Vo’ Euganeo è un modello da cui ripartire

Cadere prima, per rialzarsi in vantaggio sugli altri. La vita a Vo’ Euganeo – uno dei primi paesi colpiti dal coronavirus – si può riassumere come da incipit. Mentre tutto il resto dell’Italia temeva l’avanzata dell’epidemia e al contempo subiva l’incertezza della propagazione, a Vo’ era già inferno. Tutti i cittadini dei comuni limitrofi reputavano gli abitanti della sciagurata cittadina come degli appestati, dai quali fuggire. Inconsapevoli. Il Covid-19, presto, sarebbe arrivato in tutto il nord del Paese, con una diffusione repentina e una crudeltà più aspra di quella manifestata in Cina. E avrebbe generato la sofferenza che oggi è sotto agli occhi di tutti.

Ebbene, attualmente l’Italia è in quarantena e ogni giorno centinaia di persone perdono la vita; in tutto ciò, a Vo’ Euganeo la speranza è sopraggiunta più forte della malattia a tal punto da permettere che i contagi scendessero fino a zero.

Da untrice a modello, in poche settimane. Ecco l’Italia bella, che langue ma non si dà per vinta.

Il paese, situato nel nord est del Veneto, è abitato da circa 3300 persone. Malgrado l’esiguità della popolazione, i cittadini hanno reagito in positivo all’impatto col virus e tramite un rispetto severo delle regole ormai i nuovi contagi si sono stabilizzati sul +0 oppure +1 al massimo ogni giorno. Ancora, gli abitanti si sono proposti volontariamente per collaborare ad alcune ricerche condotte dall’Università di Padova, affinché attraverso l’aiuto di uomini e donne che hanno subito il dramma del Covid-19 l’epidemia nazionale possa scemare col tempo. Nei giorni scorsi, con il consenso della popolazione, le autorità hanno sottoposto la comunità ai tamponi per due volte. E, soprattutto, l’hanno fatto “al tempo zero”, ovvero dopo la scoperta dei primi due casi e quindi all’inizio della trasmissione. L’ipotesi che da settimane è posta all’attenzione della cronaca, cioè l’idea di somministrare tamponi a tappeto, è già stata attuata a Vo’ e a quanto pare sta funzionando. Ovviamente, praticarla su scala nazionale è di gran lunga più complesso. Oggigiorno, Vo’ Euganeo è un paese mappato e controllato come pochi altri nel territorio nazionale.

Il tema suscitato dalla ripresa (la strada è ancora lunga, s’intende) di Vo’ abbraccia particolarmente il rispetto delle regole. Sono giorni difficili, senza dubbio. Non è un mistero che in tanti si lascino prendere da sintomi di ansia e preoccupazione per la vita forzata in casa. Il pensiero è diretto a coloro che vivono in condizioni di difficoltà e, purtroppo, subiscono delle vessazioni nella vita familiare: la loro sofferenza è indiscutibile e costoro devono essere aiutati dal Governo attraverso bonus fiscali e sportelli di supporto psicologico, tra le varie alternative possibili. Peraltro, il Covid-19 ha steso un Paese, l’Italia, che si stava riprendendo dal punto di vista economico. Riprendere le forze, quando tutto sarà finito, sarà una battaglia parimenti dura.

Tuttavia, l’unica arma a disposizione dei cittadini per tentare di contrastare il virus è il rispetto delle disposizioni governative. L’incertezza dei piani alti delle istituzioni, le conferenze stampa a ridosso della mezzanotte e la proliferazione degli ormai celebri “dpcm” non sono d’aiuto per l’umore degli italiani.

Ad ogni modo, massimamente in tempi simili l’Italia deve mostrarsi schierata contro l’offensiva del coronavirus. L’esempio di Vo’ Euganeo è assai calzante e può dare il via all’avanzata della responsabilità e alla regressione, benché pachidermica, della pandemia.

Ciascuno sia fedele ai propri compiti, rispettoso della legge e consapevole che questa guerra non è persa. Ma non è neppure una guerra lampo.

Che le orme di Vo’ siano un auspicio favorevole e un tracciato da seguire per la prosperità di tutti gli italiani.

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