La vicenda Almasri ha scatenato un acceso dibattito politico e giudiziario in Italia. La premier Giorgia Meloni, insieme a Nordio, Piantedosi e Mantovano, è indagata per favoreggiamento e peculato legati al rimpatrio del generale libico. L’opposizione critica la gestione politica dell’episodio, mentre alleati come Tajani e Salvini denunciano un attacco al Governo e rilanciano sulla riforma della giustizia.
Le parole della Premier
La nota dell’associazione nazionale magistrati
“La procura di Roma non ha emesso, come è stato detto da più parti impropriamente, un avviso di garanzia nei confronti della presidente Meloni e dei ministri Nordio e Piantedosi ma una comunicazione di iscrizione che è in sé un atto dovuto perché previsto dall’art. 6 comma 1 della legge costituzionale n. 1/89. La disposizione impone al procuratore della Repubblica, ricevuta la denuncia nei confronti di un ministro, di trasmettere, entro 15 giorni, gli atti al Tribunale dei ministri, dandone immediata comunicazione ai soggetti interessati.” Così in una nota l’Associazione nazionale magistrati.
Le parole dell’avvocato Luigi Li Gotti
L’avvocato Luigi Li Gotti, che il 23 gennaio scorso ha inviato una denuncia alla Procura di Roma sul caso della liberazione del generale libico Almasri, ha dichiarato all’ANSA: “Io ho fatto una denuncia ipotizzando dei reati e ora come atto dovuto, non è certo un fatto anomalo, la Procura di Roma ha iscritto nel registro la premier e i ministri. Ora la Procura dovrà fare le sue valutazioni e decidere come proseguire, se individuare altre fattispecie o inviare tutto al tribunale dei Ministri. Io mi sono limitato a presentare una denuncia”.
Il supporto di Tajani e Salvini
A sostegno delle Premier meloni i due alleati Antonio Tajani e Matteo Salvini. Il leader di Forza Italia ha rilanciato sulla riforma della giustizia mentre il segretario della Lega ha gridato allo scandalo.
Le reazioni delle opposizioni
La segretaria del Partito Democratico Elly Schlein ha dichiarato: “Le questioni giudiziarie non attengono al nostro lavoro, ma è sul piano politico che insistiamo dall’inizio chiedendo a Giorgia Meloni di non nascondersi dietro ai suoi ministri e venire lei domani in Aula per chiarire al Paese per quale motivo il governo ha scelto di riaccompagnare a casa un torturatore libico per il quale la Corte penale internazionale aveva spiccato un mandato di arresto.”
Durissime le reazioni da parte degli altri leader di opposizione, con Giuseppe Conte che accusa la Premier di complottismo e vittimismo mentre Calenda parla di disastro. Anche Renzi non ha risparmiato critiche al Governo.