Il “Vinci Salvini” è l’immagine di un’Italia che scommette il proprio futuro alla lotteria, che spera nell’alea, che ripone la fiducia nell’incertezza, unico toccasana per la pigrizia atavica di mettersi in gioco. È una fotografia sbiadita, che non ricorda alcun passato e, al contrario, non innesta buoni propositi per il futuro.
La politica è diventata assai becera, purtroppo. Nel rispetto degli italiani, nella cui unione lottiamo per ideali democratici e patriottici, non intendiamo affermare che essi – cioè il popolo italiano – meritino simili bassezze. Anzi, contraddistinti da ottimismo, immaginiamo che supereremo la fase gretta attuale, prima o poi.
Non neghiamo, tuttavia, di essere delusi dall’ in-cultura politica moderna, nella maggioranza dei suoi componenti. Il futuro di un Paese, oltreché col coraggio delle azioni, si decide con la concretezza delle parole. Anche per questo motivo, verba manent. Certamente, le sorti italiane non si fissano tramite una lotteria all’apparenza giocosa, che umanizza la carica di Ministro agli occhi della gente, ma in verità pienamente elettorale. La politica da circo non ci piace.
Il titolo della rubrica odierna non è uno scherno al Ministro, per carità.
È un appello agli italiani: se troveremo il coraggio di dire “no”, qualcosa cambierà. Altrimenti, fra propaganda e inciviltà, la barbarie è dietro l’angolo.