L’ultimo progetto del governo in tema giustizia, presentato come ddl da Fratelli d’Italia in Senato, prevede l’introduzione del reato di istigazione all’anoressia. Che punirebbe, con reclusione fino a due anni e decine di migliaia di euro di sanzioni, chi incoraggia comportamenti volti al raggiungimento di una magrezza fisica estrema, con maggiore severità se la vittima è adolescente. Sia chiara sin da subito una premessa: il tema è serio e riguarda 4000 giovani che ogni anno perdono la vita per anoressia (il dato include anche la bulimia). Tuttavia, ha senso prevedere per ogni problema una nuova fattispecie di reato?
I tempi della giustizia italiana sono pachidermici. Nei distretti di Roma il processo penale dura sei anni, la media italiana prevede quasi 1600 giorni dalle indagini preliminari alla Cassazione. Le carceri sono sovraffollate, piene di problemi e con un elevato tasso di criminalità attiva al proprio interno; le riforme dei processi vengono annunciate, iniziate ma i risultati, in definitiva, non si riscontrano in positivo nella realtà quotidiana.
Ha senso dunque arricchire il già folto Codice Rocco, risalente agli anni del fascismo, di nuovi reati? Nuove pene per gli scafisti, nuova fattispecie per i rave abusivi e via enumerando (la tortura però andrebbe abrogata, sostengono improvvidamente alcuni dentro FDI). Paradossi inspiegabili che, sommati a un quadro già critico, anziché alleggerire il sistema penale e aiutare le vittime, rendono ancor più elefantiaca la macchina della giustizia – che non è fatta solo di giudici, ma di penitenziari, autorità e intermediari tra presunte vittime e presunti colpevoli.
Se si ragionasse per buon senso civico, per ogni problema o eventualità bisognerebbe ricercare una nuova fattispecie da codificare. È bene che il diritto si muova parallelamente, anzi, oseremmo dire in anticipo, rispetto alla realtà e al progresso dei comportamenti sociali. Ma in un Paese in difficoltà, la soluzione non è aumentare i reati. Volgarmente, basterebbe far rispettare con maggiore osservanza le leggi già esistenti.