Verba manent: nuovo terremoto nella politica, ma non dimentichiamo il garantismo nell’arresto di Toti

La notizia che ha fatto esplodere la miccia della polemica riguarda l’ultima indagine della Guardia di Finanza, che ha posto agli arresti domiciliari il governatore della Regione Liguria, Giovanni Toti, insieme a Paolo Emilio Signorini e Aldo Spinelli. Signorini è amministratore delegato e direttore generale della multiutility “Iren”, mentre Spinelli è un imprenditore portuale ed ex presidente del Genoa e del Livorno. Anche manager, funzionari e imprenditori terzi sarebbero coinvolti. Ne è sorto un terremoto mediatico, perché in piena campagna elettorale la politica è in fermento e perché Forza Italia ha annunciato di recente la tanto sbandierata riforma della giustizia. 

Pesanti le accuse: si parla di favori e finanziamenti illeciti, perfino voto mafioso – sono stati analizzati i pacchetti di voti che avrebbero contribuito a far decollare il partito di Toti, “Cambiamo!”, alle regionali del 2020. Per ora si tratta di indagini, ma l’impeto che questa notizia ha avuto sullo scenario politico è rilevantissimo. Da questa sede sono sempre partiti messaggi e analisi di ispirazione garantista: non è questa l’occasione in cui tale consuetudine verrà meno. Spiacevole, ma sospettabile, l’atteggiamento degli oppositori, che stanno già sfruttando per propri fini la situazione. Da fonti M5S si parla addirittura di una nuova Tangentopoli (sic!), mentre l’attenzione di chi abbia sale in zucca, a prescindere dal credo politico, dovrebbe essere focalizzata sull’esito di casi precedenti e simili. È lungo l’elenco di governatori lanciati in prima pagina, poi prosciolti o assolti, come Pittella, De Luca, Fontana, Bonaccini o Zingaretti. Quindi attenzione a come si gestisce, mediaticamente, un caso del genere. Il rischio, ormai solito, è quello di dedicare eccessive premure a una notizia di alto interesse, certamente, ma ancora molto prematura rispetto agli sviluppi; mentre, in caso di nulla di fatto, due righe bastano a far tornare tutto come prima. Eh no, cari colleghi, occhio all’etica: le vicende giudiziarie riguardano vita e carriera degli indagati, che rimangono tali, e finanche venissero mandati a processo, sarebbero innocenti fino a sentenza passata in giudicato. 

Secondo “La Stampa”, anche sul modus non ci sarebbero state novità rispetto alle procedure spesso discutibili: il presidente Toti, infatti, sarebbe stato arrestato a Sanremo in una camera di hotel, con un blitz alle tre di notte. È mai possibile che un governatore sarebbe potuto fuggire nella notte e sparire nel nulla, prima (e per evitare) che venisse arrestato?

Attendiamo il corso delle indagini, poi la decisone del giudice. Chiediamo solo sensibilità nel trattare la faccenda, anche se in corso di campagna elettorale. 

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