D’ora in poi nel piccolo Stato del Brunei gli omosessuali saranno condannati a morte. Il Sultano ha deciso di dare una svolta ancor più integralista alla sua conduzione, nella quale anche i blasfemi, i bestemmiatori e gli adulteri saranno destinati alla pena capitale. Oggi, nel mondo, accettiamo – ahimè – che vi sia chi manifesti per la pace e chi contemporaneamente altrove compia una strage; chi scenda i piazza per salvaguardare l’ambiente e chi nello stesso momento trivelli i fondali dell’Artico in cerca di petrolio; chi promette e non mantiene, chi predica bene e razzola male. Insomma, siamo abituati alle contraddizioni e alla diversità delle azioni. Ma non possiamo assolutamente accettare un medievalismo che ammazzi uomini e donne colpevoli solo di essere gay, che tagli le mani ai furfanti, che uccida brutalmente coloro che peccano.
La legge, civile e democratica, punisce chi sbaglia. La vita è un diritto che prescinde da ogni colpa. Il Brunei è un modello di inciviltà e una fonte di vergogna per ogni uomo libero.