Nella terminologia giornalistica, ci sono termini di cui si abusa. Uno di questi è “resilienza”, ovvero la capacità di far fronte a un evento traumatico e di superarlo. Le ultime elezioni regionali in Liguria hanno messo in evidenza un vero e proprio testimonial della resilienza, Marco Bucci, neo eletto governatore.
La vicenda della malattia di Bucci è nota, perché è divenuta argomento di discussione durante la sua campagna elettorale (ce la farà, sopravviverà, come sta?), mentre la sua storia personale è un po’ meno conosciuta. Sindaco di Genova dal 2017, in passato è stato un manager farmaceutico con esperienza internazionale. Dopo il crollo del Ponte Morandi, il governo Conte lo nominò Commissario straordinario per la ricostruzione; grazie a una solidarietà bipartisan, alla scienza di Renzo Piano e a fondi ingentissimi, in poco tempo quel ponte è stato rimesso in sesto, sotto la sua supervisione. Poi la malattia: la scoperta del cancro, a giugno l’operazione, la radioterapia. Non l’hai mai nascosta, né mai sfruttata per un ritorno compassionevole di consensi. “Bisogna essere trasparenti e dire la verità ai cittadini”, affermava; una frase che rimane indigesta alla maggior parte dei politici in buone condizioni di salute, invece detta da lui, coi postumi di un cancro, lascia sbigottiti e fa credere che qualche uomo delle istituzioni ancora ci sia nel nostro Paese.
Durante i mesi di campagna elettorale, non sono mancati gli attacchi, in particolare da Nicola Morra – ex 5 Stelle, poi silurato dal partito. “Bucci è un malato oncologico come Santelli, chi lo vota deve essere consapevole. […] gli elettori liguri devono essere consapevoli che stanno votando una persona malata che non potrebbe terminare il mandato”. E così, in una sola dichiarazione, la doppia beffa alla memoria di Jole Santelli e alla vicenda di Marco Bucci. Proviamo pure a immedesimarci in Morra e a credere che l’abbia detto in buona fede, resta comunque un punto in sospeso: e se anche Bucci non terminasse il mandato (gli auguriamo di essere in salute per altri cinquant’anni e di governarvi altrettanto, se sarà bravo), se dovesse essere un buon presidente durante il tempo in cui sarà in carica, qual è il problema?
A noi Bucci sta simpatico, lo ammettiamo. Non perché è il vincitore di un’area specificamente vicina per ideali – siamo tra le poche realtà editoriali italiane realmente imparziali e plurali – bensì giacché è un uomo per bene e resiliente. Lo giudicheremo, poi, oltre la simpatia: sarà un amministratore capace? I prossimi mesi lo mostreranno. In Liguria c’è tanto da fare, soprattutto dal punto di vista infrastrutturale. Se saprà dotarsi di una squadra competente, tecnica e saprà dimostrarsi leader (o sindaco, come ha detto dopo la vittoria) di tutti, senz’altro sarà sulla buona strada per fare bene. Un assunto che vale per ogni regione: abbiamo ovunque bisogno di buon governo.