Verba manent: la democrazia secondo Orban

Immaginate un ritorno al passato, quando il nazionalismo distorto e imperante nuoceva i diritti degli uomini e preparava il terreno su cui tanto sangue sarebbe stato sparso; cosa rimase delle grida, delle propagande, delle promesse, delle glorie future annunciate? Una piaga, inguaribilmente profonda, nella nostra storia.
Oggi, nel XXI secolo, in terra ungherese si scrive “la democrazia secondo Orban”, un titolo il quale ricorda il Vangelo, ma che lo contraddice nel suo significato più profondo.
Da quest’anno, i libri scolastici diffusi in Ungheria saranno pubblicati esclusivamente dallo Stato, con l’idea di bandire le edizioni private dei manuali.
I nuovi testi consisteranno in un megafono di antisemitismo, razzismo, anti europeismo e discriminazione. La lotta contro lo straniero e la paura del diverso saranno dei “valori assoluti” per la crescita dei ragazzi ungheresi. Tra le pagine appaiono stralci di discorsi del Presidente Orban, fotografie di accampamenti di immigrati, la descrizione dell’Unione Europea come un organismo a difesa dei Paesi del Sud, dai quali l’Ungheria deve difendersi, per mantenere la propria “integrità”.
Di fronte a un’azione simile, non conta l’appartenenza politica, bensì quella umana.
Prima che conformi a un’idea politica, siamo uomini e donne libere, o no?
Se la risposta è “sì”, dunque ribelliamoci, alziamo la voce, noi che possiamo farlo, e ricordiamo il passato, per salvaguardare il futuro.
Se la risposta è “no”, allora anche noi siamo ormai pronti ad essere assoggettati. Perché preoccuparsi? Non è più necessario pensare, basta obbedire. Se la testa è già bassa, non serve neanche lo sforzo di farla chinare.

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