Verba manent: in Turchia posti in piedi

Sgarbo diplomatico o svista? Il gesto di Erdogan fa discutere: egli si accomoda in una delle due poltrone del suo studio, nell’altra lascia sedere Charles Michel, Presidente del Consiglio Europeo, lasciando fuori posto la Ursula Von Der Leyen. Che si lascia scappare un “ehm” piuttosto sorpreso. L’incontro procede con tranquillità, senza alcun imbarazzo. Ciò evidenzia l’abituale modus operandi del Presidente turco, da vent’anni ai piani alti della politica nel suo Paese; pugno di ferro, strategia geopolitica e durezza verso le classi sociali considerate deboli, perciò meritevoli di disprezzo, ovvero donne, stampa e immigrati.

Il punto riguarda coloro che, all’interno dell’opinione pubblica, si sono stupiti del fatto. Occorre ricordare, soprattutto a chi acconsentiva in passato alle richieste turche di ingresso nell’UE, che la Turchia di recente è uscita dalla Convenzione di Istanbul, che è uno Stato liberticida e molto dipendente, anche all’estremo, dalla sua religione, cioè l’Islam, la quale, applicata rigorosamente, condiziona in tutto la vita dei musulmani.

A oggi, 297 giornalisti sono detenuti nelle carceri turche, tanti oppositori sono sottoposti periodicamente alle purghe, solo ieri 32 generali sono stati condannati all’ergastolo. La Turchia, che impone la propria forza in Nordafrica e Medio-Oriente, da un lato non rispetta i valori e le consuetudini occidentali ed europee, dall’altro contraddice le regole NATO, con il prosieguo delle missioni in Siria, ad esempio.

Pertanto, che Erdogan abbia tenuto lontana la Ursula, non deve stupirci granché. Piuttosto, l’atteggiamento di Michel è stato deplorevole, ma anch’esso spiegabile: l’Europa, insieme di Stati, è forte coi propri membri, debole con gli altri, a maggior ragione con chi impone la propria forza.

In Turchia solo posti in piedi. Venite ad ammirare come si violano diritti e libertà. Spettatori muti, film a pagamento.

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