La scienza sembra andare per conto suo: non conosce guerre, cambiamenti climatici, cataclismi. Si adatta alle situazioni impreviste, prova a disciplinarle, risolverle, ma se fosse persona se ne infischierebbe delle catastrofi provocate più o meno colpevolmente dagli uomini. Per dirne una: la navicella Space X ieri è partita per la Stazione Spaziale Internazionale. A bordo c’è anche la nostra Samantha Cristoforetti. Una piccola, minima parte della nostra società che va verso il cielo, sfida la modernità, mentre altrove c’è conflitto.
La guerra, il più antico e sciocco mezzo usato dagli uomini per ottenere qualcosa. Una prova di forza letale, che nella storia ha innaffiato di sangue le terre. E se nel passato ci ha regalato qualche eroe, oggi, nel XXI secolo, il ritorno della guerra ci mostra il lato peggiore dell’uomo.
Il paradosso del presente va ricercato riflettendo su quanto avvenuto ieri. Da un lato, degli audaci avventurieri dello spazio volano verso l’ignoto, per studiare, per capire, per approfondire. Dall’altro, nelle città ucraine si continua a combattere, a seminare morte e distruzione.
È lo stesso uomo quello che cerca nuovi mondi e quello che si spara addosso?
Entrambi guardano il cielo, ma solo pochi hanno l’ardore di scoprirlo.