Verba manent: il nostro ruolo nell’Italia decapitata

Un modo per risolvere il mal di testa è la decapitazione. Poi, se il corpo continua ad accusare problemi, non importa: si spera che la ghigliottina guarisca l’uomo, con il mozzargli il capo. Il Governo ha bloccato l’Italia infetta come un esecutore il quale, obbedendo, estirpa il problema dalla radice e pretende così di bloccarne lo sviluppo. Ciò che deriva dalla scelta dell’esecutivo è un Paese paralizzato a seguito di un bilanciamento tra interessi individuali e sanitari, quest’ultimi ovviamente privilegiati. Eppure, già prima della decisione, il leitmotiv dell’Italia era stata la fuga. Scappare dal nord, in cerca di casa; scappare dal carcere, in cerca sempre di casa. Scappare da se stessi, per paura di ciò che non può essere visto con gli occhi, inconsapevoli che sopratutto nelle proprie responsabilità c’è casa.

D’ora in avanti, invece, la casa non sarà più un luogo da cercare, ma da amare e curare. Il Decameron, la cui importanza letteraria è somma e mondiale, ebbe genesi proprio in tempi di pestilenza: si narra di dieci giovani che, per fuggire dalla peste nera a Firenze, si trattengono in campagna e a turno si raccontano delle novelle. 

Noi, che un anno e mezzo fa abbiamo dato vita a una rubrica in grado di riscoprire  la densità del significato delle parole e la bellezza, più che mai in questi tempi siamo nella trincea dell’informazione e della cultura, con elmo in capo e penna in mano. Cerchiamo, tutti insieme, durante i giorni di isolamento, di generare bellezza, in ogni sua forma. Se è vero che le parole “restano”, solidifichiamole massimamente in tempi bui, per farne emergere le fondamenta quando tornerà il sole. 

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