Lunedì mattina il primo vero trofeo del governo Lega – M5S è atterrato in Italia: Cesare Battisti. Tutto il resto, cioè la sua storia, i suoi reati e la sua cattura, è noto dalla cronaca dei giorni scorsi. Un latitante è stato catturato; premesso che i famigliari delle vittime non avranno mai pace per il dolore subito, almeno hanno ottenuto una consolazione. Tuttavia, molti non sanno che in passato Battisti ha avuto (e ancora oggi vanta, ndr) numerosi fans e protettori. La scrittrice francese Fred Vargas lo ha sostenuto economicamente fino ai giorni dell’arresto in Brasile e ha scritto un libro intitolato dal francese “La verità su Cesare Battisti”, non a caso mai edito in Italia. Tanti scrittori e intellettuali, più di 500 in totale, hanno firmato un documento per la concessione dello status di rifugiato politico all’ex PAC, fra i quali risultava anche il Premio Nobel Gabriel García Márquez. Nel 2004, inoltre, il sito internet Carmilla Online ha organizzato una raccolta firme di solidarietà, alla quale aveva aderito altresì Roberto Saviano, salvo poi ritirare la firma, in rispetto dei famigliari degli uccisi. Il sociologo Carlos Lungarzo, autore di un libro sull’innocenza di Battisti, ha dichiarato: “È fondamentale tener conto che, se Battisti sarà riportato in Brasile o consegnato all’Italia, andrà incontro ad una morte orribile”.
Dopo i sopracitati nomi della cultura, uomini e donne dell’alta classe intellettuale, veniamo noi, semplici cittadini pensanti, forse più indignati per tali manifestazioni di difesa, che per il destino ormai scritto di un uomo fuggiasco.
Già, poiché prima o poi Battisti sarebbe stato catturato, ucciso o sarebbe morto da solo. La latitanza non è eterna e, pertanto, non ci spaventa fin troppo.
Invece, se c’è qualcuno in grado di preoccupare noi, si tratta proprio di colui che difende strenuamente un assassino.
Chi difende un omicida, è un omicida della giustizia.