Anche il Met Gala, una di quelle passerelle kitsch camuffate dietro la maschera del sociale, è un veicolo di comunicazione politica. Soprattutto se a farla è una rappresentante delle istituzioni americane, democratica e giovane. Se, da un lato, si sa che “non esistono più i democratici di una volta”, o una volta si chiamavano altrimenti, è anche vero che i tempi sono cambiati. Sia perché la sinistra moderna guarda il mondo con altri occhi, sia perché oggi basta un dettaglio per scatenare un putiferio mediatico. Come la scritta “tax the rich” sul retro del vestito di Alexandria Ocasio-Cortez. “Non possiamo semplicemente stare al gioco, ma dobbiamo sfidare alcune istituzioni”, le sue parole a corredo della scelta artistica.
La domanda che tutti si saranno fatti è “ma quanto costa andare al Met Gala”?
In rete le cifre, supposte o conosciute, sono scritte un po’ ovunque. E non ci interessa né ribadirle né considerarle, anche perché da sempre esistono eventi alla portata di pochi. Così come da sempre esistono politici che, in una bolla privilegiata, dissertano sulle imposte da far pagare ai ricchi, cioè a loro. Finora non ci sono quasi mai riusciti. Chissà perché.