Sta facendo discutere quello che viene definito “l’ultimo personaggio mediatico, il giustiziere della notte”; è in realtà uno YouTuber attento alle dinamiche sociali e ai problemi delle periferie cittadine. È il caso di Simone Cicalone, ex pugile, noto ai frequentatori della boxe romana, prima di diventare una “star” del web per la sua lotta ai borseggiatori.
In uno dei suoi ultimi video, in cui denunciava il problema degli scippi organizzati nelle fermate della metro romana, Cicalone è stato aggredito e colpito da una gang di latinos, forse una vendetta architettata per provare a farlo desistere dalla sua attività di denuncia. Tra chi lo dipinge come un attaccabrighe in cerca di fama e chi ne prende le difese, il tema su cui riflettere prescinde dalla persona in sé. Se non fosse per lui, infatti, il problema sarebbe privo di attenzione da parte dei media tradizionali. Probabilmente ritenuto minore, perché “i ladruncoli in metro ci sono sempre stati”, giornali e tv (tranne alcuni casi, ma periodici) evitano di trattare l’argomento. In verità, non si tratta solo di sporadici borseggi, ma di veri e propri agguati organizzati da gang sudamericane, a danno di turisti e anziani; decine le denunce e i racconti fatti allo YouTuber.
Riflettiamo dunque su questo aspetto: è grave che la politica e la stampa prestino insufficiente attenzione al problema, e che debba essere un uomo del popolo a mettersi in gioco, privo, tuttavia, delle protezioni che avrebbe un addetto del servizio pubblico. La politica dovrebbe scendere dal piedistallo e ascoltare i content creator, gli YouTuber e tutti coloro che sono impegnati in denunce sociali. Il loro contributo, essendo sciolti da editori e meccanismi di potere, può essere molto utile: arrivano direttamente alla gente, che dovrebbe essere il fine ultimo della diffusione di una notizia. Se ci si chiede quale sia il motivo per cui si fa un’indagine sociale, e si rinviene facilmente la risposta, ovvero l’informazione collettiva, si capisce che il lavoro di Cicalone non è vano.
Dalle colonne di un giornale, tradizionale sì ma dallo spirito giovane e moderno, può sembrare una contraddizione, invece è un appello che dovrebbe essere condiviso: i tempi cambiano, nascono nuove figure col mondo digitale. Queste vanno ascoltate e rese credibili agli occhi delle istituzioni, che per troppo tempo hanno dimenticato i bordi delle città dove proliferano i problemi.