La quarantena non risparmia nessuno, neppure i trasgressori. Chi in Italia trasgrediva abitualmente le regole, oggi se ne sta chiuso in casa, con la speranza di imparare a ballare sotto la pioggia il prima possibile. Con l’unico dettaglio, non irrilevante: le previsioni del meteo assicurano il sole. Perciò, abbandonata l’idea di mettere piede fuori per far fede al desiderio in metafora, ai trasgressori resta una sola trasgressione: uscire in balcone e cantare, armati di telefono cellulare e social network già aperto, pronti a condividere la performance. L’Italia che si unisce sotto la voce di improvvisati tenori dalla voce tenue ma dall’animo grande.
Una coralità di voci e vestaglie da camera, il toccasana per udito e vista in tempi di reclusione domiciliare per incensurati, forse una novità nella storia dei processi penali. Cosa avremmo pensato del nostro vicino se, fino a poco tempo fa, fosse uscito in balcone e avesse cantato l’inno di Mameli, seguito da altre indefinite canzoncine patriottiche? Probabilmente avremmo rimpianto la fu Buon Costume.
Tenere isolato un italiano è possibile, a quanto pare. Ma farlo stare zitto, proprio no.
L’aria che tira fuori dal balcone è piuttosto allegra, ma si misura in decibel.