Hanno suscitato indignazione le indiscrezioni relative alle condizioni di detenzione di Cecilia Sala in Iran. Durante una telefonata a capodanno, infatti, la giornalista, in prigione dal 19 dicembre, ha raccontato come viene trattata: privata dei suoi occhiali da vista, nutrita con datteri, fatta dormire sul pavimento al freddo e con una luce al neon che l’acceca giorno e notte, senza possibilità di proteggere gli occhi. Cari buonisti, dov’eravate fino all’altro ieri? Vi sveliamo un segreto: il regime degli Ayatollah tratta i prigionieri così da sempre, è un dittatura feroce che non risparmia nessuno.
Ci esprimiamo così, perché restiamo sorpresi davanti alla nutrita platea di opinionisti, commentatori, giornalisti, politici ed esponenti della società civile, che si meravigliano e si indignano per il trattamento subito dalla Sala. Vi aspettavate forse ricchi banchetti e danze come accadeva durante l’impero persiano, di cui oggi l’Iran è geograficamente moderno successore? Non restiamo stupiti: il carcere di Irin, dopo la rivoluzione islamica del 1979, è divenuto il principale centro di detenzione per dissidenti, giornalisti e liberi pensatori. Perché la libertà non è tollerata dal regime. Piuttosto, dunque, di provare indignazione per quello che racconta Cecilia Sala sul suo stato di detenzione, occorrerebbe praticare quella forma di rispetto semplice ma poco praticata: il silenzio. Che non vuol dire non informare, attenzione; significa soltanto evitare di alimentare un chiacchiericcio inutile e dannoso.
Dall’altro lato, la diplomazia. Che deve operare in fretta e con attenzione, perché non è solo una questione bilaterale tra Italia e Iran, ma c’è anche il caso dell’iraniano arrestato a Malpensa che gli USA richiedono via estradizione. Inoltre, della detenzione di Cecilia Sala si sa a partire dai giorni di Natale. Perché soltanto oggi il governo ha convocato l’ambasciatore iraniano? Il rischio è quello di generare troppa polvere e pochi fatti.
Inutile ribadire la delicatezza della situazione. Occorrerà pensare anche al dopo: quando la Sala sarà rilasciata, la questione non sarà conclusa. Come può un Paese straniero appropriarsi della libertà, senza rispettarne la dignità, di una nostra cittadina senza validi motivi? Permetterglielo, ex post, sarebbe un errore.