Ancora una volta, a Napoli si è consumata l’ennesima tragedia a causa delle rivalità fra clan. E la vittima innocente è stata una bambina, Noemi, perforata da un proiettile lungo quanto la falange di un dito, ora in fin di vita. Si trovava lì per caso, una coincidenza che è stata la sua unica colpa.
Dopo la sparatoria, è sorto un movimento denominato “Disarmiamo Napoli”. Sbagliato. Bisogna armare Napoli, poiché è disarmata da troppo tempo.
È il momento che i cittadini si armino della convinzione che la mafia è un rifiuto del mondo e del quale è opportuno sbarazzarsi. La cultura insegna che la prepotenza, il ricatto e l’illegalità sanguinosa affossano la nostra società. La cultura è il grilletto che i napoletani devono premere, al più presto. L’omertà ha oscurato la bellezza di Napoli, la paura ne ha celato la storia. Armare la città non significa ripartire da zero, ma impegnarsi affinché ogni azione coraggiosa contro la criminalità non venga fermata con la minaccia o col sangue. È inutile ricordare i grandi uomini che si sono immolati in nome della giustizia, se ogni giorno si vive come menefreghisti, giacché la propria pelle è salva. In tal caso, meglio tacere, mentre gli altri ricordano Falcone, Borsellino, Dalla Chiesa, Mattarella, per non aggiungere anche l’ipocrisia all’omertà. Dunque, che i napoletani si armino, per il bene della città e dei propri figli, in ricordo di tutti coloro che, a forza di lottare contro la morte degli altri, hanno perso la vita.