Dopo la chiusura di Silvergate e la chiusura di Silicon Valley Bank chiude anche Signature Bank. L’agenzia di rating Moody’s ha portato l’outlook del sistema bancario americano da stabile a negativo. La paura si allarga e cresce anche oltre i confini statunitensi.
La sfida della corsa agli sportelli è diversa dalle precedenti. Grazie ai social la paura si diffonde velocemente, e grazie ai servizi digitali i prelievi sono molto più rapidi. Quando Washington Mutual fallì ( 2008 ) per la corsa dei clienti servirono dieci giorni per far evaporare 16,8 miliardi dai conti correnti. A Silicon Valley Bank sono bastate 10 ore per fare uscire 42 miliardi.
Adesso in America si teme soprattutto per First Republic Bank, banca californiana di dimensioni discrete. Il titolo ha perso oltre il 70% in 5 giorni. In Europa si teme soprattutto per Credit Suisse. Il titolo ha perso il 35% negli ultimi 5 giorni, i credit default swap ( assicurazioni contro il fallimento ) sono ai massimi storici, e gli arabi azionisti della Saudi National Bank (Snb) hanno detto che non forniranno ulteriore liquidità.
Ma tutti i listini bancari del mondo soffrono negli ultimi giorni.
In Italia il settore bancario ha registrato un -7% nella giornata di ieri mentre il Ftse Mib ha chiuso con un -4.6%. La particolarità della nostra borsa è che avendo poche grandi imprese e dunque poche società per azioni rilevanti, le banche e le assicurazioni hanno un peso relativamente importante.
Le banche centrali sono di fronte un bivio perché continuando ad alzare i tassi combatteranno l’inflazione ma indeboliranno ulteriormente il sistema bancario mentre frenando la corsa dei tassi daranno respiro al sistema bancario ma non fermeranno l’inflazione.