USA ancora divisa ad un anno dall’assalto

Ad un anno di distanza, gli americani si trovano ancora divisi politicamente tra Donald Trump – ex Presidente degli Stati Uniti d’America – e Joe Biden. In verità, è rimasta ancora in sospeso la questione dell’assalto a Capital Hill, Washington, da parte di migliaia di sostenitori estremisti del repubblicano Donald Trump. Sembra sia stata, comunque, un’idea dell’ex Presidente quella di “marciare” su Capitol Hill per contestare le elezioni volute dal Congresso sul nuovo capo degli USA.

Le tappe della “Save America March”

Martedì 5 gennaio 2021 – Freedom Plaza. Migliaia di partecipanti si radunano per protestare tutta la settimana. Nella serata di martedì fino a mercoledì mattina iniziano i primi arresti con l’accusa di possesso di armi.

Mercoledì 6 gennaio 2021 – Ellipse a Washington D.C. I manifestanti si incamminano verso il Monumento a Washington tenendo anche dei discorsi nel parco. Tra questi, era presente anche l’avvocato di Trump ed ex sindaco di New York, Rudy Giuliani. Egli ha esortato la folla con teorie cospirative contro Trump, secondo cui le elezioni sono state truccate per far vincere il suo rivale Joe Biden, in ribasso con i voti. Anche lo stesso Trump ha tenuto un discorso dietro una barriera di vetro sulla vittoria sbagliata e non meritata di Biden:

«You’ll never take back our country with weakness. You have to show strength and you have to be strong. We have come to demand that Congress do the right thing and only count the electors who have been lawfully slated. I know that everyone here will soon be marching over to the Capitol building to peacefully and patriotically make your voices heard today. […] Fight. We fight like hell. And if you don’t fight like hell, you’re not going to have a country anymore. […] We’re going to walk down Pennsylvania Avenue – I love Pennsylvania Avenue – and we’re going to the Capitol and we’re going to try and give [Republicans] the kind of pride and boldness that they need to take back our country».

Dalle ore 14, la folla è diventata violenta: hanno causato danni ingenti, furto e vandalismo oltre ad occupare la struttura e prendere d’assalto gli uffici del presidente della Camera Nancy Pelosi. Tra i manifestanti, sono stati registrati sei legislatori repubblicani: Derrick Evans (Virginia Occidentale), Teeri Lynn Weaver (rappresentante del Tennessee), Amanda Chase (senatore dello Stato della Virginia), Justin Hill (rappresentante dello stato del Missouri), Doug Mastriano (senatore della Pennsylvania) e Matt Maddock (rappresentante del Michigan).

Purtroppo per l’ex Presidente, i video dei suoi incitamenti sono presenti in tutto il web e Joe Biden non ha aspettato un minuto per diffonderli anche in tv, dato le continue provocazioni. Ricordiamo che Trump è stato bannato da qualsiasi canale di comunicazione in rete dopo questo secondo impeachment.

Ore 16:06 – il Presidente eletto Joe Biden si è rivolto alla nazione in diretta tv dal suo quartier generale a Wilmington, Delaware, denunciando gli eventi di insurrezione come attacco alla democrazia americana se non addirittura terrorismo interno.

L’immagine della forca che inquadra il Campidoglio è una delle tante immagini simboliche di quella rivolta. Ad un anno dall’accaduto, Nancy Pelosi ha indetto un momento solenne di preghiera al Congresso. Si attendono ancora i discorsi di Kamala Harris e Joe Biden per ricordare non solo le vittime ma anche le settecento persone incriminate. Per riconoscere quanto la democrazia sia sacra: «Neanche durante la Guerra civile gli insurrezionisti violarono Capitol, la cittadella della nostra democrazia. Quello del 6 gennaio non è stato un dissenso. È stato un disordine».

Ciò che rimane ancora oscuro da capire è il ruolo della Casa Bianca e dello staff presidenziale (guidato da Steve Bannon, consigliere storico e amico di Trump) che, in quel momento, erano riuniti nella “War Room” allestita al Willard Hotel, a pochi chilometri dalla Casa Bianca. E poi c’è Trump che prima ha incitato la folla con i suoi discorsi per difendersi ed arrivare alle presidenziali del 2024; in secundis, si mosse dopo tre ore prima con un tweet e in seguito con parole del tutto diverse alle precedenti: «Conosco la vostra pena, abbiamo elezioni che ci sono state rubate, ma non dovete attaccare le forze dell’ordine, dunque andate a casa, fatelo in pace, vi vogliamo bene, siete speciali».

Un anno dopo.

Trump ha cancellato la conferenza stampa preparatoria per il suo rientro in scena nel 2024 che aveva programmato per il 6 gennaio nella sua residenza di Mar – a – Lago. La decisione è stata annunciata con un comunicato stampa accusatorio nei confronti dei media e della commissione parlamentare che continuano ad indagare sui fatti di quel giorno. Ha replicato dicendo che terrà una conferenza stampa giovedì 15 gennaio in Arizona per parlare di questioni ben più importanti.

Dunque, nonostante i due impeachment Donald Trump non si arrende e lotta per rientrare nelle elezioni americane. Bisognerebbe indagare su cosa pensano effettivamente i cittadini americani. Si sono ritrovati catapultati in una situazione in cui il concetto di “democrazia” vacilla: quasi un terzo degli americani (28%) ritiene che l’uso della forza a volte possa essere giustificato per difendere le proprie idee e i risultati di un’elezione. Il 34%, invece, la più alta da decenni, ritiene che un’azione violenta contro il governo a volte può essere giustificata.

Da un recente sondaggio della Cbs News su un campione di americani intervistati, due terzi ritiene che l’attacco a Capitol sia stato un segno di crescente violenza politica e che, ad oggi, la democrazia americana sia sotto minaccia. Infatti, secondo il rapporto di Washington Post e Università del Maryland, “l’orgoglio” degli americani per la loro democrazia è sceso dal 90% del 2002 al 54%. Nonostante ciò, chi ha votato per Biden continua a dirsi ottimista per la sua presidenza e il 51% ritiene che con lui la situazione della nazione contro la pandemia migliorerà. Beh, non ci resta che attendere gli avvenimenti futuri. Incrociamo le dita!

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