Unisci e impera

Di seguito il comunicato integrale a cura di Apecultura


“Non restare a guardare! Cultura! Socialità!”

Così recitava uno splendido striscione appeso all’esterno dell’ex colonia Vittorio Emanuele II, primo luogo dove nel 2012 si era pensato di creare “Casa della Cultura”.

“La scarsità di luoghi di aggregazione giovanile non è una novità sul territorio del decimo Municipio.”

A distanza di nove anni, questo era l’incipit di un opuscolo su “Casa della Cultura”, prodotto dai tavoli di lavoro costituiti da una rete di cittadini attivi e protocollato da Roma Capitale nel Giugno 2021; ad oggi giacerà quasi certamente su di uno scaffale impolverato, tra lo Scudo di Perseo e la Bacchetta di Sambuco. Sì, esatto. Proprio nello stesso “enorme nulla” mostrato da Spielberg nella scena finale de “I Predatori dell’arca perduta”.

Il nocciolo del problema non è mai cambiato; è antica la rivendicazione di spazi adeguati ad esprimere le enormi potenzialità culturali ed artistiche di un territorio giovane e purtroppo maltrattato; che riguardi la Vittorio Emanuele, o l’Ex Mercato San Fiorenzo, o addirittura in tempi preistorici, il IV Novembre occupato, è dal 1975 che i cittadini, con sudore e lacrime sangue, provano a costruire un processo partecipato dal basso: per arrivare a cosa?

Il film è sempre lo stesso: da un lato una grande partecipazione, entusiasmo, mobilitazione, impegno e serietà da parte dei cittadini e degli operatori culturali, dall’altra le Istituzioni, dai meccanismi sempre più farraginosi, dove tutto viene vanificato in uno schiocco di dita da un cambio di poltrona, da fondi misteriosamente scomparsi, baratti elettorali, un immobilismo che rasenta l’assurdo.

Ma (per non usare termini più volgari) “la misura è colma”.

Sul territorio del Decimo Municipio c’è un bisogno disperato di un punto di aggregazione giovanile: un luogo che non discrimini nessuno, sicuro, polifunzionale, intergenerazionale, polo di produzione culturale, fucina di arti, scambio di esperienze, formazione e riflessione.

Alcuni concetti potranno suonare già sentiti, quasi banali, ma sono tanto radicati, quanto più l’assenza di tutto ciò che rappresentano si fa eclatante.

È incredibile constatare che gli stessi individui, i “decisori”, che si riempiono la bocca di parole come “dispersione scolastica”, “esclusione sociale” o “povertà culturale”, spesso, sono stati quelli che hanno negato la possibilità di creare e sviluppare tutto ciò che può evitare questi innegabili e gravi problemi.
Stiamo parlando di una voragine nera, profonda, un antico strappo aperto nel tessuto di un territorio già stigmatizzato, le cui uniche necessità, a fronte di una cittadinanza attiva e dirompente, sono prese di posizione politiche forti, atti pubblici concreti: non più infingimenti, rinvii ed attese.

ApeCultura si fregia di coordinare una quantità di realtà sufficientemente adeguate e strutturate, per assumersi la responsabilità di rispondere all’urlo di tutte quelle persone che incitano l’apertura di “Casa della Cultura”. Abbiamo proposte concrete, sia sul piano finanziario che su quello gestionale ed amministrativo. Quindi siamo pronti.

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