Dal 9 aprile al 29 giugno 2022 la Regione Lazio a Roma celebra il centenario di Vittorio Gassman presso l’Auditorium Parco della Musica con una spettacolare mostra intitolata “Vittorio Gassman. Il centenario”, la prima grande mostra a lui dedicata, capace di immergere lo spettatore in un viaggio interattivo attraverso sezioni espositive apposite: il teatro, il cinema, la televisione, la poesia e la scrittura. La mostra è impreziosita dai prestiti istituzionali e privati dell’Accademia Silvio D’Amico e dell’Archivio Centrale dello Stato centrale.
Vittorio Gassman nasce a Genova il 1 settembre 1922 da Heinrich Gassman, ingegnere edile tedesco, e da Luisa Ambron, ebrea di origine pisana. Durante la mostra è possibile vedere la sua pagella originale del Liceo classico Torquato Tasso di Roma, ripercorrere centinaia di film, di spettacoli teatrali, numerose apparizioni in tv, leggere parti di romanzi, di raccolte poetiche, di saggi; sono numerose, inoltre, le raccolte di articoli e fotografie concernenti la sua passione per il basket in serie A e con la Nazionale.
Dopo la maturità, la madre, appassionata di teatro, lo iscrive all’Accademia d’Arte Drammatica per guarirlo dalla timidezza. A questo proposito è possibile osservare il fascicolo personale di Gassman con annessa la richiesta di ammissione in Accademia, luogo di maturazione interpersonale:
All’Accademia imparai molte cose, soprattutto la necessità di crearsi un bagaglio di regole. E che il talento è una condizione indispensabile, fondamentale ma non sufficiente. Per esprimerlo in tutta la gamma delle sue possibilità occorre un esercizio continuo, un allenamento. Due anni ho passato in Accademia. Li ricordo come un solo blocco di giornate esaltanti ed uguali. Si formò un gruppo, trovai gli amici “per sempre”.
Gli stralci di lettere d’amore, le poesie scritte da Gassman e le richieste di matrimonio ci immergono nella sua vita privata, ricca di passioni: ha amato molto ed è stato amato, ha avuto tre matrimoni, un paio di convivenze, quattro figli, un figlio acquisito ma cresciuto come suo, cinque nipoti.
La passione del mattatore per il teatro e la voglia di trasmettere la propria arte agli aspiranti attori lo porta a fondare la Bottega creata a Firenze negli anni Ottanta. Il suo carisma e il suo fascino da ex giocatore di basket vengono reclamati su tutti i palcoscenici: ricordiamo La nemica con la compagnia di Alda Borelli, l’incontro con Luchino Visconti e la sua poliedricità, il debutto come capocomico, la fondazione del Teatro d’Arte Italiano con Luigi Squarzina, del teatrino “domestico” Club Sant’Alessio e del Teatro Popolare Italiano. Ci si immerge nel suo estro lirico attraverso la possibilità di visionare oggetti di scena (baule, costume), copioni, video, filmati, contenuti audiovisivi, bozzetti, documenti e tanti altri preziosi materiali.
La carriera cinematografica inizia ufficialmente nel 1946 con il film, oggi perduto, Incontro con Laura di Carlo Alberto Felice. Celebre anche a Hollywood – firma il primo contratto per Sombrero di Norma Foster nel 1951 – Gassman viene consacrato a “colonnello della risata” con Alberto Sordi, Nino Manfredi, Ugo Tognazzi:
La cosa principale per un attore cinematografico è saper diventare un oggetto vivente. Ciò che bisogna fare davanti alla cinepresa è “esserci”.
Tanti sono i film celebrati in tale sezione, alcuni dei quali Riso Amaro (1949) di Giuseppe De Santis – a questo proposito è possibile vedere ritagli di giornale con recensioni – , Guerra e Pace (1956) di King Vidor, I Soliti ignoti (1958) di Mario Monicelli con Marcello Mastroianni, Totò, Claudia Cardinale, Renato Salvatori, C’eravamo tanto amati (1974) di Ettore Scola, pietra miliare del cinema italiano, Il sorpasso (1962), nato dal sodalizio con Dino Risi che lo diresse in sedici film. Al culmine della sezione dedicata al cinema è possibile ammirare dal vivo la celebre auto Lancia Aurelia usata ne’ Il Sorpasso, con tutti i dettagli intatti e con annessa la proiezione della scena dell’inconfondibile suono del clacson: è la metafora dell’Italia del Boom economico che vuole dimenticare le miserie del dopoguerra per vivere all’insegna del benessere e dell’edonismo.
Le memorie autobiografiche, le poesie, i testi teatrali, le traduzioni, le sceneggiature, i saggi ci trasportano nel mondo letterario-poetico, al quale si è anche dedicato: la poesia è presente ovunque in scena, in televisione, ad esempio nel testo teatrale O Cesare o nessuno (1974) o nelle raccolte di versi Vocalizzi (1988) e Mal di parola (1992). Suggestiva la macchina da scrivere e indimenticabili le letture di Gassman delle poesie di Giacomo Leopardi, Ugo Foscolo, Umberto Saba, Giovanni Pascoli, Gabriele D’Annunzio, Cesare Pavese, confluite nel libro Poesia italiana dell’Ottocento e del Novecento:
La poesia può diventare consolazione,un porto sicuro in cui rifugiare l’io per non perdersi. Il mio amore per la poesia è anche interessato: è come una panacea pura per tante cose oscure e dolorose. La poesia è una cartina di tornasole di quello che siamo: da come uno recita dei versi si può risalire a come è dentro.
Il lungo rapporto del mattatore della commedia con la televisione è consacrato dall’omonimo one-man-show da cui deriva il soprannome destinato a caratterizzarlo per tutta la vita. Si passa dalle prime apparizioni Rai in bianco e nero del 1955 con le sue famose interpretazioni teatrali di Amleto, Kean, Edipo Re, alla partecipazione ai varietà su Rai Tre e alle letture della Divina Commedia di Dante nel 1993 e di altri grandi scrittori e poeti nel programma televisivo Cammin Leggendo del 1995. Peculiare anche il rapporto con la radio: protagonista negli anni Sessanta del Grande Varietà, in onda la domenica, porta in scena vari tipi umani (il prepotente, lo spiritoso, il conformista, il saccente).
Un artista a tutto tondo, una mostra assolutamente da non perdere.