Un Natale a distanza

Questo è stato un Natale di quelli che difficilmente dimenticheremo. Il Covid-19 ha modificato profondamente le nostre esistenze, costringendoci a rinunciare anche alle festività natalizie o, almeno, alle tradizioni che a queste si accompagnavano. Abbiamo vissuto un Natale sobrio, essenziale, per alcuni versi anche triste, attanagliati dalle tante incertezze e preoccupazioni per un 2021 che non sappiamo cosa vorrà riservarci.

In breve, quello che abbiamo appena trascorso lo potremmo definire come un Natale a distanza, separati dai nostri parenti, lontani dai nostri amici, privati di una socialità che da sempre è bisogno essenziale dell’anima dell’uomo.

Purtroppo, però, tutto questo è stato necessario. Il coronavirus non limita la sua avanzata, continuando a spaventare, contagiare, uccidere. Queste festività si sarebbero potute trasformare in una vera e propria tragedia, condannando a morte i nostri anziani e, più in generale, le persone più fragili della nostra società.

Allora, risuonano ancora più attuali le parole di Angela Merkel che, il 9 dicembre, al Bundestag, aveva saggiamente detto: “Se ci saranno troppi contatti adesso, nel periodo che precede Natale, e dovesse finire che questo sarà l’ultimo Natale che passeremo con i nostri nonni, allora avremmo fatto qualcosa di sbagliato. E non lo possiamo permettere”.

Discorso che ha fatto il giro del mondo e che è stato ispiratore anche per molti politici italiani. Peccato però, che dell’operato della Merkel abbiano capito ben poco, e il poco che hanno capito l’hanno anche copiato male. Ma questo è un altro aspetto di una pandemia all’italiana che ha dimostrato tutti i limiti di una classe dirigente – in maggioranza quanto in opposizione – impreparata e arrogante.

Tornando al Natale, gli italiani alla fine hanno accettato le restrizioni, hanno rispettato – sembrerebbe – le regole e, nonostante il caos concitato dei giorni passati, alla fine, hanno fatto il loro dovere.

Nella celebrazione della natività, oltretutto, una luce si è accesa. Infatti, nel giorno di Santo Stefano, sono arrivate le prime dosi del vaccino Pfizer-BioNTech all’ospedale Spallanzani. Una notizia che riaccende speranze e sogni di ognuno di noi, nella convinzione che forse, finalmente, potremmo veramente venirne fuori.

Il vaccino è finalmente realtà. È questo il grande regalo di Natale che la scienza ha deciso di fare al mondo.

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