Alla fine Sergio Mattarella è stato confermato Presidente. Una scelta che lascia intendere quanto i leader di questa Seconda – o Terza – Repubblica siano completamente privi di visione prospettica e responsabilità.
Mattarella è sicuramente un uomo degno, è stato un ottimo capo di stato e ha avuto il merito, nonché l’onere, di guidare il Paese durante la sfida più difficile e dolorosa dalla Seconda Guerra Mondiale a oggi.
Impossibile mettere in dubbio l’uomo e il politico, che nonostante avesse deciso di non lasciare il posto ad altri, ha dovuto mettersi al servizio del Paese per evitare che uno spettacolo imbarazzante continuasse a intasare televisioni e giornali. Si, Mattarella ha dovuto farlo, per il bene di tutti e per spirito di servizio e, azzarderei, amore.
Non c’erano altre soluzioni, non si sono volute trovare perché, piuttosto che cedere qualcosa all’avversario – nonché alleato di Governo – si sarebbe paralizzato un Paese intero.
Litigi, dichiarazioni sconnesse, candidature lanciate a caso, nessuna volontà di aprire un vero dialogo pensando, per una volta, al bene della Nazione.
I leader di partito hanno dimostrato – ad eccezione di Berlusconi – tutti i loro limiti e, tra tutti, a non brillare è stata la stella candente di Matteo Salvini. Un politico caotico, incapace di fare sintesi e di mettere sul campo una strategia vincente. I suoi errori lo porteranno a perdere la leadership di un centrodestra che va ricostruito e che vede, invece, in Giorgia Meloni la nuova guida e, probabilmente, candidata Premier.
Certo che se il centrodestra è allo sbando, anche il Movimento 5 Stelle ha visto una profonda rottura tra Luigi Di Maio e Giuseppe Conte, con il primo che sembra pronto a una nuova battaglia tutta interna al partito di Grillo. Vedremo nelle prossime settimane quelle che saranno le evoluzioni, ma che il rapporto sia logoro ormai è sotto gli occhi di tutti e ci si aspetta una resa dei conti tra il Ministro degli esteri e l’ex Premier.
Però, in fin dei conti, delle faide interne di partiti e schieramenti poco interessa a tutti noi.
Quello di cui posso essere felice, da cittadino, è che al Quirinale torna un grande Presidente, eletto da politici minuscoli, ma pur sempre un grande Presidente.