Un centrosinistra unito è possibile?

Oramai è prassi, il centrosinistra ad ogni elezione piuttosto che trovare unità trova disunità.

Appelli, proposte, riunioni continue, la volontà di coalizzarsi non manca ma ad ogni incontro sono più i passi indietro che i passi avanti.

La direzione del Partito Democratico, convocata lunedì primo agosto, partendo in primis dal segretario Enrico Letta, ha lanciato un nuovo appello all’unità: ”Si proceda, senza veti reciproci, a costruire un’alleanza che prosegue nel forte impegno europeista che l’esecutivo guidato da Draghi ha saputo interpretare”.

Carlo Calenda, intervistato dal Corriere della Sera, ha dichiarato “Siamo molto delusi dalla discussione con il Pd. Abbiamo iniziato un percorso con Enrico Letta che parlava di agenda Draghi. Oggi quell’agenda è totalmente sparita. Abbiamo presentato un documento preciso su come intendiamo governare il Paese. Non abbiamo avuto alcuna risposta”.

Nonostante questo – ha aggiunto Calenda – non chiudiamo la porta al dialogo. Abbiamo chiesto a Letta due cose precise, non chiacchiere e appelli. Primo, non un voto di Azione e +Europa può andare a Di Maio, Fratoianni e Bonelli. Visto che il Pd ci tiene tanto a candidarli lo facesse nel proporzionale e nella lista Democratici e progressisti. Noi non candideremo negli uninominali Mariastella Gelmini e Mara Carfagna, che pure sono ministre in carica del governo Draghi, proprio per trovare tutte le soluzioni che uniscono. Secondo, va bene avere programmi diversi. Ma non contraddittori. Chiediamo un incontro per definire i punti programmatici comuni”.

Matteo Renzi, nel frattempo, spinge per la nascita di un “Terzo Polo”, alternativo al “campo largo”: “Lavoriamo a un terzo polo, diverso dalla destra sovranista e dalla sinistra delle tasse. Che parli di lavoro e non di assistenzialismo. Di giustizia e non di giustizialismo. Di ambiente e non di ideologia. Di infrastrutture e non di veti. Di diritti e non di slogan”.

Sul fronte Di MaioTabacci, è stato presentato il nuovo soggetto politico “Impegno Civico”, evoluzione di Insieme per il Futuro, che dovrebbe entrare in coalizione con il Pd.

Impegno Civico – ha affermato Di Maio – è un partito riformatore che guarda ai giovani, al sociale, che guarda alla transizione, all’ambiente, alla digitalizzazione. IC non parla agli estremisti, a chi vuole sfasciare tutto, a chi fonda la propria politica sui no. Saremo moderati e questo sarà un vantaggio”.

Ma non solo “Impegno Civico”, a Montecitorio l’ex Capogruppo pentastellato Davide Crippa e il Ministro per i rapporti con il parlamento Federico D’Incà hanno presentato l’associazione “Ambiente 2050”.

Un laboratorio che guarda a delle persone, dalla società civile alle associazioni di cittadini impegnate nel campo ambientale, ma anche al mondo imprenditoriale ed industriale che vuole migliorare i processi produttivi nel segno della sostenibilità, agli educatori, agli innovatori ed agli amministratori locali”, dice D’incà, aggiungendo che ‘Ambiente 2050‘ punta a “dare voce in più a quelli che guardano al tema ambientale nella parte progressista, propugnando questi temi alle prossime politiche”.

Crippa, sottolinea: “Sicuramente non presenteremo le liste perché dovremmo raccogliere le firme. Quello che verrà da oggi in avanti lo vedremo. Se qualcuno vuole raccogliere i temi che propone Ambiente 2050… su questo fronte è evidente che il dialogo con il Pd è aperto”.

In conclusione, riporto il tweet di Annalisa Cuzzocrea, giornalista de “La Stampa”, che sintetizza perfettamente la situazione: “Mentre la destra corre verso il voto con il vento nelle vele, il centrosinistra – o presunto tale – si affanna a litigare su qualsiasi cosa. E su qualsiasi cosa, a tentare di indebolire il suo partito più forte. È sempre la stessa storia. Desolante e inspiegabile”.

Quindi, un centrosinistra unito è possibile?

Una domanda a cui è assai complesso dare una risposta, certo è che, senza unità, la strada è in salita.

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