Ucraina: tre anni di guerra e il rischio di una pace “Made in USA”

Dalla guerra lampo fallita alla logorante guerra di trincea, passando per le nuove incognite geopolitiche con Trump alla Casa Bianca.

Da Maidan a Mosca: storia di una guerra annunciata

Il 24 febbraio 2022, la Russia lanciava la sua “operazione militare speciale” contro l’Ucraina. Un’invasione che, nelle intenzioni di Putin, avrebbe dovuto concludersi in pochi giorni con la presa di Kiev e l’abbattimento del governo Zelensky. La realtà si è rivelata ben diversa.

La guerra, infatti, era già iniziata anni prima. Nel 2014, con la Rivoluzione di Maidan e la fuga in Russia del presidente filorusso Viktor Yanukovich, Mosca aveva reagito con l’annessione della Crimea e il supporto alle milizie separatiste del Donbass. I successivi otto anni hanno visto un conflitto latente tra Kiev e le autoproclamate repubbliche di Donetsk e Lugansk, sostenute dal Cremlino.

L’ingresso dell’Ucraina nella NATO sembrava il punto di rottura. Nel 2021, la Russia ammassava truppe al confine, chiedendo garanzie che Kiev non si sarebbe mai unita all’Alleanza Atlantica. L’Occidente ha rifiutato. Mosca ha risposto con i carri armati.

Guerra Lampo? No, Guerra di Trincea

primi mesi del conflitto hanno smontato le illusioni di Putin. L’esercito russo, mal preparato e disorganizzato, è stato respinto da Kiev e costretto a ripiegare sul fronte orientale. Da allora, la guerra è diventata una logorante battaglia di posizione, simile a quelle della Prima Guerra Mondiale.

L’Ucraina, grazie agli aiuti militari occidentali – oltre 100 miliardi di dollari tra il 2022 e il 2024 – ha retto l’urto. La Russia, pur subendo perdite enormi, ha sfruttato il suo vantaggio demografico e industriale per compensare le perdite.

Oggi, il fronte è pressoché congelato. I russi controllano parte del Donbass e il corridoio che collega la Crimea al territorio russo, mentre gli ucraini resistono, sempre più dipendenti dagli aiuti esterni.

Zelensky: “Mi Dimetto se l’Ucraina Entra nella NATO”

Il vero colpo di scena arriva dalle parole di Zelensky“Se le mie dimissioni servono a garantire l’ingresso dell’Ucraina nella NATO, sono pronto a farlo”.

Dichiarazione shock o mossa calcolata? L’annuncio del presidente ucraino arriva mentre gli Stati Uniti, sotto la guida di Trump, stanno portando avanti negoziati di pace diretti con la Russia, senza coinvolgere Kiev.

Secondo indiscrezioni, Washington starebbe cercando di ottenere un accordo vantaggioso con Mosca, evitando di impantanarsi in un conflitto che non gode più del pieno sostegno dell’opinione pubblica americana. Se ciò significasse sacrificare Zelensky per ottenere un compromesso, Trump potrebbe non avere problemi a farlo.

L’ex attore e comico divenuto leader di guerra sa bene che, con il cambio di amministrazione a Washington, il sostegno USA non è più garantito. Con questa dichiarazione, sembra voler mettere pressione sugli alleati occidentali, spingendoli a fare una scelta definitiva: o con Kiev fino in fondo, o pronti ad abbandonarla al suo destino.

L’economia della Guerra: chi regge meglio?

Se la Russia pensava di vincere rapidamente grazie alla sua potenza economica, la realtà è più sfumata.

Le sanzioni occidentali hanno avuto effetti parziali: se da un lato hanno spinto Mosca a riorientare le sue esportazioni verso Cina e India, dall’altro hanno reso il Cremlino più dipendente dai proventi del petrolio e del gas. Le entrate sono aumentate tra il 2022 e il 2023, ma nel 2024 si sono ridotte con il calo della domanda globale.

L’Ucraina, invece, ha subito perdite economiche devastanti. Il PIL è crollato del 28,8% nel 2022 e, sebbene sia tornato a crescere nel 2023 (+5,3%), i danni alle infrastrutture e la necessità di mantenere uno sforzo bellico colossale rendono il futuro incerto. Senza aiuti occidentali, Kiev rischia il collasso.

Trump, NATO e il “Grande Scambio”: l’Ucraina svende le sue terre rare?

Con il ritorno di Trump alla Casa Bianca, il sostegno americano a Kiev è diventato meno scontato. L’ex presidente ha sempre criticato gli aiuti militari all’Ucraina e minacciato di ritirarsi dalla NATO. Ora sta cercando una via d’uscita che garantisca agli USA benefici economici.

Secondo indiscrezioni, Washington avrebbe proposto un accordo a Zelensky: più aiuti in cambio di concessioni sulle risorse minerarie ucraine, in particolare le terre rare, fondamentali per l’industria tecnologica.

Un’offerta difficile da rifiutare per Kiev, ma che potrebbe ridurre ulteriormente la sua sovranità economica e renderla un satellite americano più che un paese indipendente.

Germania 2025: La CDU Torna al Comando e Rimescola le Carte

Nel frattempo, la vittoria della CDU nelle elezioni tedesche del 2025 potrebbe ridefinire il ruolo della Germania nella guerra. Friedrich Merz, nuovo cancelliere, ha promesso un’Europa più indipendente dagli Stati Uniti, criticando la gestione americana del conflitto.

La Germania potrebbe ora assumere un ruolo più attivo nella politica di difesa europea, ma senza compromettere la stabilità economica interna. La CDU, infatti, dovrà bilanciare il sostegno all’Ucraina con le pressioni interne per evitare un eccessivo coinvolgimento.

La crescita dell’AfD, che ha ottenuto oltre il 20% dei voti, potrebbe inoltre spingere Berlino a una linea più prudente nel supporto militare a Kiev. Se Merz decidesse di ridurre gli aiuti, l’Ucraina perderebbe un pilastro fondamentale del sostegno europeo.

Gli scenari futuri: chi ride e chi piange?

A tre anni dall’inizio della guerra, le ipotesi sul futuro sono diverse.

1. Guerra infinita: se il conflitto continua senza una svolta militare, l’Ucraina rischia di logorarsi. La Russia, pur colpita dalle sanzioni, può sostenere una guerra lunga grazie alle sue risorse naturali.

2. Pace forzata: Trump potrebbe spingere per un accordo che lasci alla Russia parte dei territori occupati, ponendo fine alla guerra ma di fatto premiando Mosca.

3. Vittoria russa: scenario improbabile, ma non impossibile. Se gli aiuti occidentali venissero drasticamente ridotti, Kiev potrebbe cedere terreno, portando a una disfatta con conseguenze pericolose per l’Europa.

4. Ripresa ucraina: se gli aiuti militari e finanziari continuassero, Kiev potrebbe mantenere le sue posizioni e, nel lungo periodo, riprendere il controllo delle zone occupate.

5. Entrata dell’Ucraina nella NATO: se la proposta di Zelensky venisse accettata, potrebbe aprire un nuovo capitolo nella sicurezza europea, ma a quale prezzo? La Russia vedrebbe questa mossa come una minaccia diretta, con il rischio di nuove escalation.

Europa tra Incudine e Martello

L’Unione Europea, schiacciata tra l’indebolimento dell’Ucraina e l’egemonia americana, rischia di essere la vera perdente di questo conflitto.

Se Trump riduce l’impegno degli USA, l’Europa dovrà scegliere tra aumentare il proprio sostegno a Kiev o accettare un compromesso con la Russia.

Intanto, Mosca e Pechino osservano, pronte a sfruttare ogni mossa sbagliata dell’Occidente.

Tre anni dopo l’inizio della guerra, una cosa è certa: il futuro dell’Ucraina è anche il futuro dell’Europa. E il tempo per decidere sta per scadere.

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