È cominciato nella notte di martedì 22 febbraio la riunione d’emergenza del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, convocata dall’Ucraina nella serata di lunedì, dopo il discorso di qualche ora prima del presidente russo Vladimir Putin.
“Le prossime ore e giorni saranno critici. Il rischio di un grande conflitto è reale e deve essere prevenuto a tutti i costi” ha affermato il sottosegretario agli affari politici dell’Onu, Rosemary Dicarlo, nel corso della riunione, secondo quanto riportato da Ansa.
Nel corso della riunione, cominciata alle tre italiane, c’è stato anche un botta e risposta tra l’ambasciatore russo all’Onu, Vassily Nebenzia, e la sua controparte ucraina Sergiy Kyslytsya, ripresa dall’Ansa.
“Rimaniamo aperti alla diplomazia e a una soluzione diplomatica ma non permetteremo nuovo bagno di sangue nel Donbass” ha detto Nebenzia.
“Siamo impegnati per la strada diplomatica ma siamo sulla nostra terra“, ha replicato Kyslytsya, aggiungendo in conclusione: “I confini non cambieranno“.
Il Cremlino ha riconosciuto le regioni secessioniste ucraine di Donetsk e Lugansk, nella regione del Donbass, dove già nella serata di ieri il presidente aveva rafforzato la presenza militare russa, in quella che – secondo RaiNews – Putin ha definito ‘forze di pace’.
Così i leader mondiali alle prime ore del mattino si sono riuniti presso la sede delle Nazioni Unite per condannare le dichiarazioni di Putin, dichiarando che l’Onu provvederà a sanzionare la Russia nel caso di un avanzamento delle truppe militari del Cremlino.
“Ho firmato un ordine esecutivo per negare alla Russia la possibilità di trarre profitto dalle sue palesi violazioni del diritto internazionale. Continuiamo a consultarci da vicino con alleati e partner, inclusa l’Ucraina, sui prossimi passi” ha scritto il presidente degli Stati Uniti d’America Joe Biden su Twitter nel corso della notte.
L’ambasciatrice degli Stati Uniti all’ONU Linda Thomas-Greenfield ha appoggiato la richiesta di una riunione di emergenza: “Il Consiglio di sicurezza deve esigere che la Russia rispetti la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina, uno Stato membro delle Nazioni Unite”, ha detto in una dichiarazione ripresa da Rainews.
La Greenfield ha poi continuato: “Gli Stati Uniti imporranno sanzioni alla Russia per questa chiara violazione del diritto internazionale e della sovranità e dell’integrità territoriale dell’Ucraina”, si legge sulla Reuters.
“La sovranità e il territorio dell’Ucraina devono essere rispettati – ha affermato il presidente sudcoreano Moon Jae-in in una nota riportata dall’AP – Uno scontro militare contro i desideri della comunità internazionale… porterebbe enormi ramificazioni nelle politiche e nelle economie non solo dell’Europa, ma del mondo intero”.
Intanto i primi tank russi hanno fatto il loro ingresso nella periferia di Donetsk, città ucraina all’estremo est, al confine con la Russia. Una lunga colonna di cingolati militari, avvistati da un testimone della Reuters, che marciano verso ovest. “Non erano visibili insegne” ha riferito il giornalista dell’agenzia di stampa britannica “ma la comparsa dei carri armati è arrivata poche ore dopo che Putin ha firmato trattati di amicizia con le due regioni separatiste e ordinato alle truppe russe di schierarsi in quella che Mosca ha definito un’operazione di mantenimento della pace.
“I nostri colleghi che si sono recentemente trasferiti a Leopoli passeranno la notte in Polonia. Torneranno regolarmente per continuare il loro lavoro diplomatico in Ucraina e fornire servizi consolari di emergenza” ha dichiarato su Twitter il segretario di Stato Usa Antony Blinken, continuando: “Il nostro personale continuerà a sostenere il popolo ucraino e il governo ucraino, coordinando gli sforzi diplomatici. Il nostro impegno per l’Ucraina trascende qualsiasi luogo”.