Polemiche sui social e attacchi al giornale satirico francese Charlie Hebdo, che secondo alcuni utenti seminatori di odio con l’incendio di Notre-Dame avvenuto nel 15 aprile, avrebbe “pagato” per le vignette satiriche pubblicate in passato. Cosa aberrante da dire, quanto da leggere.
Non tutti, però, hanno constatato che sempre Charlie Hebdo ha fatto vignette satiriche sull’incendio di Notre-Dame, così come le aveva fatte su tutti gli attentati avvenuti in Francia. Una su tutte è quella sull’attentato avvenuto nella sua sede, il che è un tutto dire su quanto detto in precedenza.
La satira, che affonda le sue millenarie radici in Grecia fino ad arrivare ai giorni nostri, esorta la collettività alla riflessione su temi importanti della società. Però diverse volte è oggetto di critiche. Sopratutto nel nostro Paese in cui il massimo della satira sono le battute di Fiorello e Striscia La Notizia, e dove i veri comici satirici non sono apprezzati quanto negli altri paesi a noi vicini. Non riusciamo a concepire l’esistenza di un giornale che deride tutto e tutti. Infatti nel passato l’unica esperienza che giornalisticamente può essere ricordata in Italia è “Il Male”, giornale satirico simile a Charlie Hebdo che ebbe un’esperienza temporale molto limitata. Le reazioni che ancora oggi si hanno nei confronti della satira fa capire evidentemente che noi italiani non siamo culturalmente maturi ad accettare completamente la satira come un modo di fare informazione espressione di un diritto, quello di satira appunto, che insieme al diritto di critica e di cronaca realizza pienamente l’attuazione dei principi costituzionali di eguaglianza e libertà di pensiero.
La brutalità dei fatti di cronaca ha tolto spazio e attenzione ad una seria analisi su cosa fosse davvero Charlie Hebdo. Invece di soffermarsi su questi concetti si è finiti per farne una guerra tra nazioni. Nella crisi dell’editoria che stanno vivendo attualmente i giornali, Charlie Hebdo cresce ed opera talmente tanto che dovrebbe farci invidia.
La satira di Charlie Hebdo è il prodotto estremo di una democrazia. In un paese democratico, come la Francia, si è liberi di fare satira fastidiosa, e se non piace si è liberi di non comprare un determinato tipo di giornale. Charlie Hebdo è riuscito a risorgere dopo un attentato scherzandoci su, a dimostrazione che la satira in un paese libero è più potente di qualsiasi arma, con buona pace dell’ISIS.
Perchè la satira è un formidabile veicolo di democrazia, è applicazione del principio di uguaglianza, perciò la quantità e la qualità della satira è un buon indice di democrazia della società.
Con maggiore prudenza dobbiamo ricordare l’ammonimento del grande giornalista Indro Montanelli, che affermava che “la satira è il sale della democrazia. Se muore la satira, vuol dire che la democrazia sta per seguirla”. E’ nostro compito tutelare la satira per tutelare la democrazia. Intimidire la satira rischia di metterla a tacere per sempre.