Turchia, 3.700 i morti. Erdoğan dichiara 7 giorni di lutto nazionale

Una forte scossa di terremoto di magnitudo 7.8 è stata registrata nel sud della Turchia con epicentro nella provincia di Gaziantep. Nella mattinata di ieri sono susseguite una serie di scosse di assestamento, tra cui una di 7.5 nella stessa zona. Per il momento il bilancio delle vittime continua a salire: 3.700 morti in totale, 2.300 in Turchia e 1.400 in Siria. Il presidente turco Erdoğan ha dichiarato 7 giorni di lutto nazionale.

Secondo l’Usgs, un’agenzia turca, le scosse di assestamento che si sono verificate dopo il potente terremoto sono state almeno 43 di magnitudo 4.3, solo tre scosse hanno superato i 6.0 a nord dell’epicentro.

È stato rilevato che il suolo dell’Anatolia si sia spostato di almeno 3 metri. È stato il terremoto più violento che si sia mai registrato tra il sud est della Turchia è il nord della Siria, persino più potente di quello di Amatrice e dell’Irpinia nel 1980 e del paese stesso nel 1939. Il terremoto è avvenuta in una zona altamente sismica, principalmente in un punto in cui si incontrano tre placche: la placca est anatolica, quella arabica e quella africana. La prima è stata schiacciata da quella arabica e spinta a ovest verso l’Egeo. Tutto è nato dalla placca sud est anatolica che è una delle più attive nel Medio Oriente, seguita da quella del Mar Morto che attraversa la Siria, Libano, Israele, Giordania, separando la placca araba da quella africana. Causa dello slittamento è stato un movimento di tipo “transpressivo”, cioè lungo questa faglia il suolo si è sposato in senso orizzontale.

L’ha confermato anche il Sultano che si è trattato di un disastro ancora più grande di quello registrato nel 1939, ovvero durante il terremoto di Erzincan, che provocò la morte di circa 33.000 persone. Ci furono anche altri terremoti, come quello di Izmit nel 1999 di magnitudo 7.6 e 17.000 vittime. Erdoğan ha incontrato la protezione civile turca sul luogo del terremoto e ha proclamato 7 giorni di lutto nazionale: le bandiere, che hanno sempre caratterizzato ogni paesaggio turco, sventoleranno a mezz’asta fini al tramonto a partire da ieri fino a domenica 12 febbraio.

Le violente scosse del terremoto si sono avvertite fino alla Groenlandia. Tra le vittime, sono stati registrati dall’Ong di protezione civile siriana White Helmets (Caschi Bianchi) molti bambini. Il Dipartimento della Protezione Civile aveva diramato un allarme per un possibile mare,oro a causa del sisma in Turchia ma l’allerta è stata revocata.

Gli aiuti dagli Esteri

Gli Stati Uniti, attraverso un tweet del Presidente Joe Biden, hanno dato immediatamente la disponibilità ad inviare qualsiasi tipo di assistenza ad Ankara mentre già dall’Azerbaigian è stata inviata una squadra di 370 persone per aiutare i soccorsi.

Anche il presidente ucraino Zelensky si dice pronto ad inviare assistenza in Turchia, porgendo in un tweet le sue condoglianze alle vittime del terremoto.

L’Alto Rappresentante per la Politica Estera Joseph Borrell esprime tutta la sua solidarietà in nome dell’UE alla Siria e alla Turchia, dicendosi pronti ad aiutare i due popoli devastati dal terremoto. 

Sostegno che arriva anche da Papa Francesco e il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, che ha dato il via libera all’invio di aiuti alla Siria dopo aver ricevuto la richiesta di aiuto attraverso i canali diplomatici, dato che tra i due paesi non ci sono relazioni ufficiali.

Anche il presidente russo Putin ha dichiarato di essere pronto a fornire tutta l’assistenza necessaria ad Ankara, citando il telegramma di condoglianze mandato al suo amico turco. Ma la Russia è vicina anche al popolo siriano, offrendo sostegno anche al suo omonimo siriano Bashar al Assad, soprattutto per il campo profughi presente nello stato.

Infine, sostegno anche dall’Italia con il ministro degli Esteri Antonio Tajani, preoccupato anche per i 21 italiani che si trovavano nella zona del sisma. Risulta che essi stiano bene ed in salvo pronti per essere riportati a casa.

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