“Nel contesto di Più libri più liberi, dove le pagine si trasformano in finestre aperte su mondi infiniti, l’attenzione si sposta verso un aspetto cruciale: l’editoria sostenibile. Ed è il tema centrale dell’evento “I Pilastri della Sostenibilità Lungo la Filiera del Libro”, tenutosi sabato in sala Aldus, presso la Nuvola di Fuksas. Hanno preso parte a questo interessantissimo dialogo Massimo Medugno, di Assocarta, ed Enrico Turrin, FEP (Federation of European Publishers).
Oggi sappiamo che la sostenibilità dipende in larga parte dalle decisioni delle grandi aziende, delle multinazionali, di chi produce energia e dei governi. Allo stesso tempo, è importante che ai singoli settori industriali — quindi anche a quello del Libro — si ponga la questione della sostenibilità.
Oramai la produzione di libri gira intorno ai temi della sostenibilità, pertanto si chiede agli editori di avere comportamenti in qualche modo conseguenti. Sono passati circa 20 anni dalla pubblicazione di No Logo, il libro di Naomi Klein che metteva in risalto quanto i marchi fossero diventati creatori di identità e portatori di valori. Oggi si chiede all’editoria di farsi portatrice di valori di sostenibilità, così come succede da diversi anni, ad esempio, all’industria alimentare: si chiedono filiere corte ed ecologiche, comportamenti sostenibili dal punto di vista sociale e ambientale nel rispetto delle produzioni e nel rapportarsi con i propri dipendenti.
Si parte proprio dalla carta, dal momento che l’editoria è un’industria che ne fa largo uso. Negli anni passati abbiamo avuto grande penuria di questo materiale, soprattutto a causa del forte pressing messo in atto da tutte quelle aziende che, pur non facendo parte del campo strettamente editoriale, hanno iniziato a fare uso di materiali ecosostenibili per salvaguardare l’ambiente. Molte aziende, al giorno d’oggi, utilizzano imballaggi di cartone a discapito di quelli di plastica, guadagnandoci in visibilità e percezione positiva da parte del pubblico. Il vero paradosso è che, per gli stessi usi, l’editoria viene condannata ogni anno di più. Non poche, infatti, sono le lamentele rivolte alle case editrici.
Nonostante ciò, è importante ricordare che la carta un tempo era ricavata dagli stracci. Il passaggio alle fibre vergini (prese direttamente dalla corteccia dagli alberi), è avvenuto unicamente a partire dall’Ottocento, quando la richiesta di carta è aumentata a causa della nascita dei giornali e l’incremento della produzione libraria. Da quel momento in poi, il riciclo non viene più preso in considerazione fino al Novecento. Pertanto i metodi di produzione del passato possono insegnarci tanto sul riciclaggio e il riutilizzo di materiali ormai frusti e inutilizzati.
La carta ha all’incirca 800 anni di storia. In Italia, il 62% delle fibre impiegate sono di riciclo. Il 90% delle fibre riciclate vengono acquistate e dotate di certificazioni forestali FSC, BFC. Cominciamo a vedere queste certificazioni anche sui libri e sui giornali e ciò è un fatto importante. L’80% della carta prodotta viene prodotta in siti certificati ISO: questo vuol dire che non solo la carta è certificata ma anche i siti produttivi lo sono. Per fare un buon riciclo del materiale è necessario, tuttavia, continuare a produrre da da fibre vergini, perché la carta, essendo naturale, con il riciclo perde le sue qualità.
Per aiutare l’ambiente sono tante le scelte intraprese dalle aziende, come ad esempio la riduzione dei consumi energetici (fino a un terzo negli ultimi 25 anni). Questa è soprattutto una conseguenza delle politiche energetiche europee, a cui ogni stato ha dovuto sottostare. Le nuove direttive intraprese dai governi spaziano dal controllo degli inquinanti, alla riduzione dell’uso dell’acqua e del carbonio. Le aziende stanno cercando di spostarsi verso l’utilizzo di combustibili non fossili (anche se con più fatica).
In questa profonda esplorazione della sostenibilità in editoria, emerge un chiaro imperativo: l’industria dei libri si trova ad affrontare una cruciale sfida ambientale e sociale. L’editoria, cuore pulsante di conoscenza, si trova ad affrontare una trasformazione radicale. L’attenzione sulla carta, materiale fondamentale nella produzione dei libri, rivela la sua storia complessa e il suo ruolo cruciale nella sostenibilità. L’implementazione di certificazioni forestali e la consapevolezza riguardo al consumo di carta sono passi significativi verso un’industria editoriale più ecologica.
Guardando al futuro, è necessario un impegno congiunto: editori, lettori e industria nel suo complesso devono unire le forze per promuovere un’editoria più sostenibile. La sfida non è solo produrre libri, ma farlo in armonia con il nostro pianeta e la società. Questa è il nuovo racconto che l’editoria sostenibile deve scrivere, una storia di innovazione, responsabilità e impegno verso un futuro migliore per tutti.