Sembrava un giovedì come tanti, quel maledetto 21 gennaio del 2005. Sembrava ma non lo era, ed avrebbe segnato una famiglia, una comunità, quella tiburtina, per sempre. Tivoli e Nassiriya, unite da un filo rosso, rosso come il sangue che versano gli eroi, così lontane, così tremendamente vicine. Vicine perché durante una missione di pattugliamento lungo il fiume Eufrate, a supporto di un contingente della coalizione, Simone Cola, 32 anni, uomo, marito e padre di una bimba di cinque mesi, Maresciallo capo dell’Esercito italiano veniva colpito a morte da colpi di arma da fuoco sparati da ribelli iracheni. Lui da sempre appassionato di volo, i famigliari lo ricordano sempre sorridente alla fine di ogni volo, trovava la morte proprio su ciò che lo rendeva felice, l’elicottero su cui prestava servizio. Un uomo che metteva sorriso e passione in tutto ciò che faceva, nel lavoro, ma soprattutto nella vita di tutti i giorni, con i propri cari, i propri affetti e la propria famiglia. Chi lo conosceva lo descrive come un uomo dotato di grande testardaggine, caparbietà e coinvolgimento in tutto ciò che affrontava; doti che non tutti hanno, ma che permettono di raggiungere i propri obiettivi, di emergere, di essere tra i migliori. E sicuramente lui era tra i migliori del Primo Reggimento ‘Idra’ dell’Aviazione dell’Esercito di stanza a Bracciano. Reparto d’élite dell’Esercito italiano che era chiamato a soccorrere, sorvegliare e proteggere le truppe a terra.
Purtroppo Simone, quel 21 gennaio lasciò la vita terrena e divenne un eroe; uno di quegli eroi moderni, che muore a causa di odio, di fanatismo, mentre contribuiva a portare la pace in luoghi che non l’hanno mai conosciuta. Un eroe che ha versato il proprio sangue per rendere migliore il mondo, che purtroppo non potrà più donare ai suoi cari del suo sguardo solare e rassicurante, ma che sicuramente, come faceva nel lavoro, li osserverà e li proteggerà dall’alto.
La sua città, Tivoli, come ogni anno lo ricorda. Ricorda un eroe che è caduto per la pace e per la libertà di tutti noi. Un uomo che è stato strappato dall’affetto dei suoi cari mentre faceva ciò che amava e lo rendeva orgoglioso.
Maresciallo Capo COLA SIMONE
Croce d’Onore alle vittime di atti di terrorismo o di atti ostili impegnate in operazioni militari e civili all’estero
Alla memoria
Motivazione:
Giovane sottufficiale specialista di elicottero dalle straordinarie qualità morali e professionali, comandato in missione in terra irachena, nell’ambito dell’operazione “Antica Babilonia”, si prodigava con grande professionalità ed entusiasmo partecipando a numerose missioni di ricognizione. Il 21 gennaio 2005, nel corso di un volo di ricognizione e osservazione effettuato in supporto ad una contestuale attività operativa condotta, sul terreno, da forze del contingente nazionale, veniva raggiunto da un colpo di arma da fuoco ostile esploso da terra. Colpito a morte, perdeva la vita nell’adempimento del dovere. Con il suo sacrificio ha contribuito in misura rilevante ad accrescere il prestigio dell’Italia e delle sue forze armate in ambito internazionale, tenendo alto l’ideale di pace e solidarietà fra i popoli.
Cieli di An Nassiriya – Iraq, 21 gennaio 2005