Prima l’UE, poi il Governo italiano, si valutano disposizioni su un possibile blocco di Tiktok per i dipendenti pubblici.
Negli ultimi mesi Tiktok, social network ideato dall’azienda cinese ByteDance, si è consolidato come l’applicazione del momento, quella di cui non si può fare a meno per restare continuamente aggiornati sulle notizie e sulle ultime tendenze.
Tuttavia, questo particolare utilizzo da parte dei consumatori ha intensificato l’attenzione e le preoccupazioni delle istituzioni sulla quantità di dati degli utenti raccolti dall’azienda cinese.
Il governo federale americano, a proposito della questione, sul finire dell’anno ha espresso la propria decisione di vietare l’utilizzo dell’applicazione su dispositivi adoperati per scopo lavorativo. L’obiettivo degli Stati Uniti consiste nel salvaguardare la privacy della popolazione e allontanare qualsiasi tentativo di controllo delle informazioni riservate.
Non è trascorso molto tempo prima che anche la Commissione europea cominciasse a valutare i possibili rischi per la sicurezza nazionale.
È il 15 marzo, la data stabilita come limite entro il quale i dipendenti della Commissione dovranno disinstallare Tiktok dai propri telefoni.
Il commissario UE per il Mercato interno Thierry Breton ha specificato che l’attenzione è rivolta prevalentemente alla sicurezza del personale, e per questo motivo è stato necessario effettuare dei cambiamenti.
Sembra che non siano valsi a nulla gli incontri avvenuti nel mese di gennaio tra Shou Zi Chew, il CEO della compagnia cinese, e i commissari europei, durante i quali la società ha cercato di difendere la propria reputazione e ha dichiarato l’assoluta tutela dei dati dei cittadini europei.
In linea con le decisioni UE, il Governo italiano non si è fatto attendere: il ministro della Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo ha annunciato che nei prossimi giorni si discuterà se sia necessario seguire le disposizioni della Commissione europea, oppure intraprendere una strada differente.
Nel frattempo anche il vicepremier Matteo Salvini ha espresso la propria opinione sul tema, tramite il suo profilo Twitter esclama: “Controllare sì, vigilare sì, ma la censura non mi piace mai”.
Nonostante la società cinese abbia manifestato la propria disponibilità nel chiarire gli eventuali dubbi del Governo sulle modalità di accesso ai dati degli utenti italiani, il cui flusso al di fuori dell’Europa pare essere ridotto al minimo, bisognerà aspettare le prossime settimane per determinare uno scenario più definito in merito alle sorti dell’applicazione Tiktok in Italia.