1985, Ginevra: Reagan e Gorbaciov si incontrano nella città neutrale per sigillare definitivamente la fine della Guerra fredda tra le due potenze e dare il via a grandi accordi tra loro per il disarmo. Stesso luogo ma con ben 36 anni di differenza, l’incontro tra le due potenze si ripropone per trovare un’intesa bilaterale scalfita da anni da varie pretese egemoniche di entrambi. L’obiettivo comune di Biden e Putin era quello di appianare le divergenze che ci sono state finora tra i due (Joe l’aveva definito “killer”), trovando punti di incontro per una collaborazione futura su vari temi previsti: oltre alle relazioni bilaterali, erano in programma la stabilità strategica, le norme di comportamento nella sicurezza informatica per evitare nuovi cyberattacchi durante le elezioni americane (come quelle accadute nel 2016 con Trump), il cambiamento climatico e la lotta contro il coronavirus. Argomento, quest’ultimo, che avrebbe già dovuto unire tutti ma che invece ha provocato ancora più profonde spaccature tra paesi, membri e non dell’UE.
Il punto di forza di questo incontro durato solo due ore e mezza è stata la volontà di non incappare in una possibile seconda Guerra fredda. Per Biden è importante che si costruiscano dei rapporti stabili tra i Paesi e che non ci sia bisogno di interventi drastici da parte dell’America. Un esempio riportato più volte da parte del presidente americano è stato il caso Navalny, grande oppositore politico russo che ad oggi si trova in carcere per le sue continue manifestazioni di dissenso. Si sa che il ragazzo non è in ottime condizioni e il presidente Biden ci ha tenuto a precisare che se non dovesse uscire vivo dal carcere, ci saranno delle forti ripercussioni alla Russia. Di tutta risposta, Putin: “La Russia segue solo la legge russa”, non prende insegnamento dalle leggi dei paesi stranieri. In un’intervista con il giornalista Keir Simmons di lunedì 12 giugno, ha precisato, inoltre, che non è lui a decidere la sorte dei dissidenti politici:
“Guardi, queste decisioni in questo Paese non sono prese dal presidente. È un tribunale che decide se liberare o no qualcuno. Per quanto riguarda la salute, di tutti quelli che sono in carcere, è un qualcosa di cui è responsabile l’amministrazione di ogni carcere“.
Navalny è stato condannato il 3 febbraio a 3 anni e mezzo di carcere, però ne dovrà scontare solo due e mezzo perché proprio meno di un anno lo aveva trascorso agli arresti domiciliari per un’altra condanna (violazione di libertà vigilata). Il 31 marzo ha iniziato lo sciopero della fame, provocandogli vari problemi di salute in aggiunta a quelli che lui aveva già. Il 9 giugno è arrivata la condanna del tribunale che ha dichiarato formalmente illegali le sue azioni estremiste contro il governo ed anche il suo movimento.
Insomma, Putin non accetta lezioni di bon ton da parte degli occidentali, dato che dobbiamo fare i conti con la grande prigione di Guantanamo della CIA: torturano le persone nelle carceri per qualsiasi informazione.
Nonostante la Russia sia risultata ancora fortemente polemica sul tema dei diritti umani, si è mostrata comprensiva per quanto riguarda l’argomento cyber (operazioni ransomware contro obiettivi americani). Ha accolto con piacere l’indicazione degli americani di 16 infrastrutture critiche fuori da ogni forma di attacco.
Altri temi su cui è richiesta la loro completa collaborazione sono risultati in primis il programma nucleare iraniano e la minaccia talebana sull’Afghanistan: Putin si dichiara pronto a collaborare. Poi hanno affrontato il tema della ricostruzione in Siria, il Medio Oriente, i rapporti con la Corea del Nord e la volontà della Russia di militarizzare l’Artico, rivelazioni risultate del tutto infondate.
Argomenti che, però, erano più importanti trattare per Putin risultavano l’ingresso dell’Ucraina nella NATO (che per lui è come una coltellata) ma soprattutto rispettare la loro influenza sulla Bielorussia.
Dunque, un incontro contro ogni pronostico: ci si aspettava scintille da entrambe le potenze e invece, si è rivelato un incontro costruttivo e di rispetto reciproco. Infatti, sembra sia previsto un altro summit tra i rappresentanti delle due fazioni per approfondire determinate questioni.
Un vertice paritario, senza accuse da nessuna delle due parti, ma addirittura regali: Biden ha donato a Putin degli occhiali da aviatore e una scultura di cristallo su base di legno di ciliegio raffigurante un bisonte, considerato un animale-simbolo americano di forza, unità e resilienza. Speriamo porti fortuna!