Sulla vecchiaia interiore: tra Italo Svevo ed Ernest Hemingway

Il romanzo “Senilità” di Italo Svevo, pubblicato per la prima volta nel 1898, rappresenta un capolavoro della letteratura italiana che esplora le complessità dell’animo umano attraverso la figura di Emilio Brentani, un uomo di mezza età, intrappolato in una vita di mediocrità e inettitudine. Svevo, con la sua prosa psicologicamente acuta e profondamente introspettiva, ci conduce in un viaggio attraverso l’anima “scordata” di Emilio, mettendo a nudo le sue debolezze, le sue paure e le sue aspirazioni inappagate. La “senilità” di Emilio, però, non è semplicemente una questione di età anagrafica, ma il riflesso di un invecchiamento interiore, una stasi emotiva e intellettuale che lo porta a vivere una vita di rimpianti e fallimenti.

Emilio Brentani: La Vecchiaia dell’Inettitudine

Emilio Brentani è un personaggio emblematico per la condizione dell’uomo moderno che Svevo vuole rappresentare: un individuo che, nonostante la sua giovinezza biologica, vive in uno stato di perenne insoddisfazione e mancanza di realizzazione. La sua relazione con Angiolina, per lui illusione di vitalità e passione, è destinata al fallimento, poiché Emilio è incapace di vivere autenticamente, facendosi guidare dai propri desideri, sentimenti, prospettive. Il suo è un amore immaturo, idealizzato e distante dalla realtà, destinato a portarlo unicamente a un maggiore isolamento e alla consapevolezza della sua incapacità di agire e di vivere.

Svevo utilizza la figura di Emilio per esplorare il tema della “senilità” come una condizione esistenziale piuttosto che anagrafica. Emilio, infatti, è un uomo che non ha mai realmente vissuto, che si è sempre nascosto dietro le sue paure e insicurezze, trovando rifugio in un mondo di illusioni e sogni non realizzati. Questa condizione lo rende vecchio nonostante la sua età, prigioniero di un’esistenza che non gli appartiene davvero e che non ha mai saputo dominare.

Il Vecchio e il Mare: La Vecchiaia della Resilienza

In netto contrasto con la figura di Emilio Brentani, troviamo il protagonista de “Il vecchio e il mare” di Ernest Hemingway. Santiago, un pescatore cubano ormai anziano, rappresenta una vecchiaia vissuta con forza, dignità e resilienza. Nonostante la sua età avanzata e le difficoltà che la vita gli pone di fronte, Santiago affronta il mare con coraggio e determinazione, incarnando una lotta epica contro le forze della natura e, simbolicamente, contro il destino e le avversità della vita.

Santiago è l’antitesi di Emilio: è un uomo che ha vissuto pienamente, che ha conosciuto il successo e la sconfitta, ma che non ha mai smesso di lottare. La sua vecchiaia non è una resa alla passività, ma un’ulteriore dimostrazione della sua forza interiore e della sua capacità di resistere. Anche quando sembra sconfitto, Santiago mantiene una dignità e una forza d’animo che gli permettono di continuare a sperare e  lottare.

Un Confronto tra Due Visioni della Vecchiaia

La vecchiaia vissuta da Emilio Brentani e quella di Santiago sono due visioni antitetiche dell’esistenza umana. Emilio rappresenta la senilità dell’anima, una condizione di stagnazione e paura, dove il tempo scorre senza che ci sia una reale partecipazione alla vita. È un uomo che si è lasciato vivere, che ha permesso alle sue paure di dominare la sua esistenza, portandolo a una vecchiaia precoce e senza speranza.

Santiago, al contrario, incarna una vecchiaia attiva, combattiva, dove ogni giorno è un’opportunità per dimostrare il proprio valore e la propria resilienza. La sua lotta contro il marlin è una metafora della sua lotta contro la vita stessa, una battaglia che, nonostante le sconfitte, non è mai persa completamente. Santiago vive la sua vecchiaia con pienezza, con quell’intensità che Emilio ha ricercato per tutta la vita ma che non ha mai conosciuto. Questo lo rende un simbolo di speranza, ma sopratutto di forza d’animo, di giovinezza imperitura che non si ferma con l’avanzare dell’età ma, al contrario, si emancipa con l’esperienza vissuta.

In “Senilità”, Italo Svevo ci offre il ritratto penetrante di una vecchiaia interiore, una condizione di inettitudine e stagnazione che può colpire anche i più giovani. Emilio Brentani è il simbolo della paura e dell’incapacità di vivere, dell’uomo prigioniero delle sue stesse debolezze, del decadimento dei sogni o, meglio, della mancanza del titanismo necessario a perseguirli. Dall’altra parte, Santiago ne “Il vecchio e il mare” di Hemingway ci mostra che la vecchiaia può essere un periodo di grande forza e dignità, una fase della vita in cui la lotta contro le avversità può rivelare la vera essenza dell’essere umano. Questi due ritratti letterari ci ricordano che la “senilità” non è solo una questione di anni, ma una condizione dell’anima, una predisposizione alla resa, la scelta di come vivere la propria esistenza fino alla fine.

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