Splendori e decadenze della nazionale italiana di calcio

Le vittorie collezionate dalla Nazionale Italiana di calcio nel corso dell’ultimo anno sotto la guida del CT Roberto Mancini ci inducono a ben sperare per le prossime sfide in chiave europea e mondiale.

Ne ha proprio bisogno la nostra Nazionale, che ha alle spalle un periodo di crisi durato quasi 15 anni. Infatti, dopo la vittoria del mondiale del 2006 a Berlino, una lunga serie di insuccessi è stata interrotta solo dal secondo posto conquistato all’europeo del 2012, risultato di per sé apprezzabile se non fosse per il brutto 4-0 subito in finale ad opera della Spagna.

Per il resto sono 14 anni da dimenticare per la nostra Nazionale: eliminata al primo turno nel 2010 in Sudafrica e nel 2014 in Brasile, addirittura esclusa dalla fase finale del torneo nel 2018 in Russia.

Ma un periodo ancora più lungo di decadenza la Nazionale Italiana l’aveva vissuto negli anni ‘50 e ‘60.

Dopo i due titoli mondiali conquistati nel 1934 – in Italia, in un’edizione voluta dal regime fascista come vetrina della sua potenza – e nel 1938 sotto la direzione del CT Vittorio Pozzo, la manifestazione fu sospesa per oltre un decennio, dapprima a causa della seconda guerra mondiale, poi per le ferite che la catastrofe bellica aveva procurato tanto ai vinti quanto ai vincitori.

Il mondiale riprese nel 1950 in Brasile e qui l’Italia fu eliminata al primo turno. Era una squadra decimata dal disastro aereo di Superga che l’anno precedente aveva causato la scomparsa del Grande Torino.

Nel 1954, in Svizzera, l’Italia viene eliminata dai padroni di casa prima dei quarti di finale; al mondiale del 1958 l’Italia non partecipa perché eliminata nel corso delle qualificazioni; nel 1962 in Cile viene eliminata al primo turno e così pure nel 1966 in Inghilterra dopo la sconfitta per 1-0 contro i dilettanti della Corea del Nord al termine di una partita che coloro che hanno i capelli bianchi ancora ricordano fin troppo bene.

Poi vi fu la rinascita, cui seguirono trent’anni di alterne vicende, ma in ogni caso carichi di soddisfazioni. Nel 1970 in Messico l’Italia è seconda, sconfitta in finale dal Brasile ma dopo avere superato in semifinale la Germania per 4-3 in quella che tutt’ora si definisce “la partita del secolo”.

Nuova delusione in Germania nel 1974: l’Italia è eliminata al primo turno.

Nel 1978 l’Argentina ospita il mondiale con l’intento di dare positiva visibilità alla dittatura di Jorge Videla, un po’ come era accaduto in Italia nel 1934. La nostra Nazionale gioca, convince e vince: il quarto posto è di per sé un buon risultato, ma all’Italia va un po’ stretto per quanto mostrato sul campo.

Il 1982 è l’anno della strepitosa vittoria al mondiale di Spagna: l’Italia di Enzo Bearzot, trascinata dai gol di Paolo Rossi recentemente e prematuramente scomparso, batte in finale il Brasile per 3-1 e conquista il titolo.

Nel 1986 in Messico nuova delusione: l’Italia è eliminata agli ottavi dalla Francia.

Nel 1990 si nutrono grandi aspettative: siamo il paese organizzatore e puntiamo al bis della vittoria del 1982. Si parte bene, con le “notti magiche” illuminate dai gol di Totò Schillaci, ma il meccanismo si interrompe nella semifinale di Napoli persa ai rigori contro l’Argentina. L’Italia finisce terza, un buon risultato che tuttavia lascia un po’ di amaro in bocca.

Buon risultato nel 1994 negli Stati Uniti: l’Italia è seconda, dopo la finale persa contro il Brasile, ancora una volta ai rigori.

Seguono due delusioni consecutive, nel 1998 in Francia e nel 2002 in Giappone e Corea.

Il 2006 è l’anno della rinascita con la splendida vittoria del mondiale dopo la finale di Berlino che ricorderemo soprattutto per la testata di Zidane a Materazzi e per ultimo rigore messo a segno da Fabio Grosso.

Ma la vittoria del 2006 è anche l’ultimo acuto prima della lunga decadenza descritta all’inizio.

Una curiosità mi induce a tornare per un attimo allo sfortunato mondiale brasiliano del 1950. Era ancora molto viva l’impressione destata dal disastro aereo di Superga del 1949, e così si decise di affrontare il viaggio verso il Brasile in nave, con una traversata di oltre venti giorni in cui non si potevano sospendere gli allenamenti. Senonché dopo pochi giorni di navigazione tutti i palloni che la squadra aveva con sé erano andati persi in mare! Ma non fu certamente quella l’unica causa dell’insuccesso italiano. Sta di fatto che, dopo l’eliminazione, la squadra fece ritorno in Italia, questa volta, mestamente, in aereo.

1 commento

  1. Non vedo l’ora di guardare di nuovo il calcio tra qualche giorno e tifare per la nostra squadra nazionale. Ho anche comprato una maglia italia per bambini per mio figlio e spero che possiamo guardare le partite della nostra squadra insieme nei locali pubblici.

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