A cura di Letizia Macrì e Alberto Improda
La Sostenibilità Sociale è per molti versi ancora un enigma.
Mentre sulla Sostenibilità Ambientale e sulla Sostenibilità Economica il dibattito è aperto da anni ed esiste da tempo un’ampia letteratura, la Sostenibilità Sociale solo di recente ha conquistato il centro della scena.
Un momento chiave è certamente stato il 25 settembre 2015, quando – all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite – i Paesi in tutto il mondo hanno firmato l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, sottoscrivendo i suoi 17 Obiettivi (SDG).
Da allora ci si interroga su quali forme debba assumere e in quali azioni la Sostenibilità Sociale debba concretarsi.
La Guerra nel cuore dell’Europa rende questo interrogativo quanto mai urgente, a fronte dei suoi prevedibili impatti in ambito economico e sociale, con un probabile effetto booster sui fenomeni di polarizzazione già in atto da tempo nella società contemporanea.
Il nostro Paese, nell’affrontare questo incalzante e drammatico frangente, può contare su una vera e propria stella polare, uno dei documenti di più elevato valore politico e culturale del Novecento: la Costituzione della Repubblica Italiana.
La nostra Carta Costituzionale recita all’Articolo 3, secondo comma: “E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e la uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo ella persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.
Per la nostra Costituzione, in buona sostanza, Libertà, Giustizia e Uguaglianza convergono verso un obiettivo preciso e vincolante: la Repubblica assicura a tutti i cittadini – “senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali” – “il pieno sviluppo della persona umana”.
Sulla scorta del dettato costituzionale, dunque, nel nostro Paese il concetto di Sostenibilità Sociale è legato a doppio filo al “pieno sviluppo della persona” e si deve tradurre in interventi finalizzati a “rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale”.
In questo alveo si colloca la recente approvazione del disegno di legge che modifica la Costituzione, introducendo la tutela dell’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni.
Si tratta dell’ennesimo tassello del quadro giuridico e valoriale che caratterizza il nostro Paese, che mette al proprio centro lo sviluppo di ogni singolo individuo come persona, proiettandoci verso una nuova visione socioculturale.
La Guerra in Europa ci mette tutti dinanzi a nuove sfide, costringe ognuno a uscire dalla propria confort zone, obbliga l’intera società a confrontarsi davvero con la realizzazione di una autentica Sostenibilità Sociale.
La direzione ci viene indicata con chiarezza dalla nostra Carta Costituzionale: l’obiettivo è il “pieno sviluppo della persona”, la strada consiste nel “rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale”, che creano le disuguaglianze e alimentano le ingiustizie.