Dall’Election day del 25 settembre sono passate ormai due settimane e se Camera e Senato si apprestano ad accogliere – per gli adempimenti burocratici – deputati e senatori in vista della prima seduta di giorno 13 ottobre, in Sicilia invece si procede ancora (a rilento) con lo spoglio.
Mancano all’appello 47 sezioni di cui 43 nella sola provincia di Siracusa (tra il capoluogo e Lentini).
Tardano ad arrivare i dati definitivi e così Renato Schifani non può essere proclamato Presidente della Regione e non possono neanche essere ripartiti, con certezza, i seggi dei 70 deputati dell’Assemblea Regionale Siciliana.
La Regione, nel frattempo, continua ad essere guidata per gli affari correnti dalla giunta Musumeci.
Come riportato da LiveSicilia: “Secondo quanto stabiliscono lo statuto e le norme di uguale valore, la proclamazione dell’elezione del Presidente della Regione fa scattare due cronometri. Quello del tempo entro cui va nominato il governo regionale e quello entro cui occorre convocare il nuovo parlamento siciliano.
Entro dieci giorni dalla nomina a governatore Schifani dovrà nominare la sua giunta. Sempre al presidente Schifani toccherà poi firmare la prima convocazione dell’Ars entro 20 giorni dal giorno della proclamazione. Solo allora le massime istituzioni regionali saranno nuovamente costituite e nel pieno delle funzioni”.
Ci vorrà, quindi, circa un mese – dalla proclamazione del Presidente della Regione – affinché le istituzioni regionali siano costituite e operino nel pieno delle loro funzioni ma resta la domanda: quando si concluderà lo spoglio?
Per il momento non è dato sapersi.
In ogni caso Schifani ha iniziato l’interlocuzione con i partiti della coalizione, Fratelli d’Italia, Forza Italia, Prima l’Italia (Lega Salvini Premier), Popolari e Autonomisti di Raffaele Lombardo e la DC di Totò Cuffaro che ha corso insieme all’UDC di Lorenzo Cesa – partiti che hanno tutti superato la soglia di sbarramento del 5% varcando l’ingresso dell’Assemblea Regionale – per iniziare a discutere sulla distribuzione degli incarichi assessoriali, partita non certo semplice.
Ma non solo i partiti di maggioranza, anche l’opposizione – che sarà composta dal Partito Democratico, dal Movimento 5 Stelle e dalla lista “De Luca Sindaco di Sicilia” – s’è iniziata a muovere.
Cateno De Luca, arrivato secondo nella competizione elettorale ed eletto di diritto deputato regionale, ha annunciato la nascita del suo “Governo di Liberazione”: “Non sarà il classico governo ombra – spiega – che si limita a svolgere ruolo di contraltare di un governo esistente, ma rappresenterà la fucina per elaborare ed attuare i nostri dieci comandamenti programmatici” – aggiungendo – “Ad ogni assessore della giunta Schifani corrisponderà un assessore del Governo di Liberazione. Una squadra di dodici assessori designati cui si aggiungono sei assessori delegati che risponderanno direttamente al presidente del Governo di liberazione e parteciperanno alla riunione di giunta con voto consultivo, tranne nelle sedute ove vengono trattati argomenti dagli stessi proposti”.
Ça va sans dire, si prospetta una legislatura “scatenata”.
Non ci resta che attendere la conclusione – presto o tardi – dello spoglio.