Lorenza Novelli, organizzatrice di eventi e progetti scolastici per la casa editrice dedicata all’infanzia e ai giovani di nome MIMebù, interna a sua volta al gruppo editoriale Mimesis Edizioni, presenta, in un uno degli eventi della fiera dedicata alla piccola e media editoria di territorio romano, Irene Greco, autrice del saggio Leggimi prima. L’arte di comunicare con i bambini attraverso i libri e le storie.
Irene è una ex libraia, mestiere che la porta alla scoperta dell’albo illustrato, un tipo di libro in cui sono le immagini a parlare e trasmettere in maniera preponderante, e del quale lei s’innamora. Così, negli anni, si è specializzata in questo tipo creazioni, mettendosi anche a disposizione di educatori, insegnanti e genitori.
La premessa con cui si comincia è che, benché sia risaputo che leggere fin dalla prima infanzia è molto importante per la crescita dei bambini, in realtà non può considerarsi l’elemento fondamentale nella loro vita; ciò che davvero conta è il rapporto che si instaura con l’adulto, in maniera specifica il genitore. Il libro può avere certamente un valore aggiunto, specialmente quando i grandi sono consapevoli di ciò che offre il mondo editoriale giovanile e di cosa davvero necessitano i piccoli.
Molto spesso accade che gli adulti si presentino nelle librerie con la richiesta di trovare dei manuali su come risolvere determinati problemi riguardanti i loro figli, come per esempio il modo di affrontare emozioni negative; piuttosto, ciò che andrebbe “letto” è proprio il bambino che si ha davanti. Se questo manifesta determinate emozioni, forse è il suo modo di affrontare una situazione, è ciò che sta vivendo in un dato momento.
Il libro non dovrebbe essere considerato come uno strumento per risolvere i problemi che si hanno coi piccoli, tantomeno per “aggiustarli”; il testo della Greco vuole proporre un ventaglio di scelte propositive nell’affrontare tali problematiche e l’albo illustrato è la sua scelta d’elezione.
I genitori solitamente hanno una tendenza nel crearsi aspettative nei confronti dei propri figli, rischiando di costruire con loro una relazione falsata. L’approccio usato per la scelta dei libri è inevitabilmente influenzato da questa dinamica; quindi, sarebbe meglio incominciare a comprendere che i libri devono essere uno strumento da gestire all’interno della realtà circostante. Lo stesso Daniel Pennac afferma, saggiamente, che un lettore ha anche il diritto di non leggere; d’altro canto, ognuno di noi ha delle inclinazioni diverse, la lettura sarà per qualcuno una passione, per un altro no. Il mondo è bello perché vario.
Il ruolo dell’adulto è – o per lo meno dovrebbe essere – quello di dare ai più piccoli il diritto di accedere al valore di un libro, cioè a tutte le possibilità che questo offre, e ciò vale anche per libri di scarsa qualità, non solo di quella più elevata. Serve varietà per potersi fare delle idee, per poter scegliere. Il fatto stesso di non essere interessati alla lettura in un certo periodo della vita non deve in alcun modo creare complessi, considerato, oltretutto, che le persone nel corso della vita cambiano, insieme ai loro interessi. La fiducia nel giovane, nel credere che possa riuscire da sé ad avvicinarsi ai libri, è molto importante.
È pur vero che esistono dei parametri riguardo il livello lettura dati dalla critica, eppure la messa delle mani in pasta aiuta il bambino nella sua selezione, lo rende più responsabile nelle sue scelte. Andando sul fronte di ciò che si considera giusto e sbagliato, ci si dovrebbe chiedere quali sono i temi tabù, perché questi vengono considerati tali e quali sono le domande dei bambini; ebbene, ci si può avvalere della facoltà di non essere a conoscenza di determinate risposte.
Si tende spesso e volentieri a cercare risposte nei libri, quasi come se questi fossero un oracolo. E se invece si cercassero altre domande? I libri sono capaci di farcene sorgere tante e di nuove, a livelli diversi; ognuno di essi rappresentano un nuovo mondo e una nuova storia da scoprire. E gli albi illustrati sono un mediatore straordinario, grazie alla loro immediatezza nel comunicare, sia con le menti più infantili che con quelle maggiormente mature, tant’è che gli editori stessi di queste creazioni non indicano l’età di riferimento dietro le copertine. Si tratta di oggetti che parlano, che raccontano una storia riconosciuta da entrambe le parti, in cui il bambino e il genitore possono immedesimarsi e addirittura rispecchiarsi tra loro; è un territorio condiviso dove ci si può ritrovare insieme in un’esperienza comune.
Esistono dei bisogni necessari per il buon vivere delle persone e che, di conseguenza, lo sono ancor di più per coloro che si affacciano all’esistenza da poco tempo. L’autrice Irene Greco, lungo il suo cammino, incontra la teoria riguardante ‘i sei bisogni fondamentali’, introdotta dal life coach statunitense Anthony Robbins. Si tratta di una teoria che dà indicazioni riguardo i messaggi che stanno dietro i comportamenti umani, ma per la Greco etichettare e giudicare spesso è una maniera sbrigativa e facile per definire ciò che abbiamo attorno, risolvendo problemi velocemente.
Se invece ci si ponesse in un’ottica di curiosità verso i comportamenti degli altri, se ci si chiedesse che tipo di bisogno un dato comportamento possa celare, sarebbe ben più costruttivo. I libri possono essere validi alleati per soddisfare i bisogni del bambino: una mamma che legge un libro col proprio piccolo, per esempio, tenendolo vicino a sé e parlandogli con un certo tono, gli dona sicurezza, uno dei bisogni principali durante l’infanzia.
Molto di ciò che si esprime è attuato attraverso il corpo, solitamente più passivo durante la lettura, che è un’azione per la quale è necessario che gli occhi stiano sul testo e la mente concentrata per elaborare informazioni. Eppure questa non è sempre la realtà. Il libro, infatti, porta con sé un’esperienza sensoriale varia, tanto che quando lo si tiene in mano, lo si sfoglia, lo si annusa perfino, è possibile tracciare delle distinzioni tra un prodotto e un altro. Esistono, oltretutto, albi illustrati con tavole musicali, che fanno sintonizzare con la dimensione sonora.
Durante il corso della vita, che lo si voglia o meno, si impara: ogni esperienza lascia un segno e la lettura è una di quelle tante che prima o poi si trovano lungo il proprio cammino, in un modo o nell’altro, cercata o meno. È lei stessa a bussarti alla porta; l’importante è darsi il diritto di scegliere.