Sanremo 2025, la serata delle cover: emozioni, omaggi e qualche scivolone. Le pagelle della quarta serata


Se c’è una serata che riesce sempre a unire generazioni diverse e a emozionare il pubblico, quella è sicuramente la Serata delle Cover, il grande appuntamento del Festival di Sanremo che, anno dopo anno, si conferma un momento di altissima spettacolarità e intensità emotiva. Un omaggio alla storia della musica, un viaggio attraverso capolavori del passato che hanno segnato intere epoche e che rivivono in nuove interpretazioni grazie agli artisti in gara. Per i cantanti, questa è una delle sfide più difficili: scegliere il brano giusto, reinterpretarlo con rispetto e, al tempo stesso, imprimergli una nuova identità senza snaturarne l’essenza. Il rischio di cadere nel semplice karaoke o, al contrario, di stravolgere eccessivamente un pezzo iconico è sempre dietro l’angolo. 

Quest’anno la serata si è arricchita di duetti sorprendenti, con ospiti nazionali e internazionali che hanno affiancato i concorrenti, regalando performance cariche di intensità e, in alcuni casi, di pura nostalgia. Da Fabrizio De André a Pino Daniele, da Lucio Battisti a Alicia Keys, passando per Lucio Dalla e Franco Battiato, il palco dell’Ariston ha vibrato con alcuni dei più grandi successi della musica italiana e mondiale, in una celebrazione che ha spaziato tra generi e generazioni. Le aspettative erano alte, e come sempre, non tutte le esibizioni hanno convinto. Alcuni artisti hanno saputo cogliere l’anima delle canzoni scelte, arricchendole con arrangiamenti originali e interpretazioni emozionanti, mentre altri hanno faticato a trovare il giusto equilibrio, lasciando il pubblico con l’impressione di una performance non del tutto riuscita.

Chi ha brillato? Chi ha deluso? Scopriamo insieme tutte le esibizioni della quarta serata di Sanremo 2025, con pagelle e commenti dettagliati.

1. Rose Villain con Chiello – “Fiori rosa, fiori di pesco” (Lucio Battisti) – Aprire la serata con un brano di Lucio Battisti è una sfida enorme. Rose Villain è intensa e vocalmente convincente, riuscendo a dare una certa modernità al pezzo senza snaturarlo. Chiello, invece, non sembra completamente a suo agio, risultando meno incisivo e creando un equilibrio instabile tra le due voci. La reinterpretazione è interessante, ma manca di quel guizzo che la renda davvero memorabile. Voto: 6.5

2. Modà con Francesco Renga – “Angelo” (Francesco Renga) – Francesco Renga ripropone uno dei suoi più grandi successi accompagnato dai Modà, ma il problema è proprio questo: la performance sembra troppo simile all’originale, quasi priva di nuove sfumature. Un’esibizione sicura e pulita, ma prevedibile. Voto: 6

3. Clara con Il Volo – “The Sound of Silence” (Simon & Garfunkel) – Un brano storico, delicato e profondo, che avrebbe richiesto più misura. Il Volo tende a esagerare con i virtuosismi, rendendo l’arrangiamento troppo pesante e meno emozionante. Clara è brava ma si trova a dover combattere con l’imponenza vocale dei tre tenori. Il risultato? Troppa potenza, poca emozione. Voto: 5.5

4. Noemi e Tony Effe – “Tutto il resto è noia” (Franco Califano) – Una coppia inaspettata che, sulla carta, avrebbe potuto dare un’interpretazione innovativa al pezzo di Franco Califano. Noemi è impeccabile come sempre, mentre Tony Effe appare fuori contesto, poco convincente sul piano interpretativo e, diciamolo una volta per tutte, non sa cantare. Il brano perde quel fascino malinconico che lo caratterizza. Voto: 4

5. Francesca Michielin e Rkomi – “La nuova stella di Broadway” (Cesare Cremonini) – Francesca Michielin al pianoforte è una garanzia, e Rkomi sorprende con una vocalità più morbida rispetto ai suoi soliti registri. L’arrangiamento è raffinato e l’interpretazione trasmette la leggerezza e la nostalgia della versione originale. Voto: 6.5

6. Lucio Corsi con Topo Gigio – “Nel blu dipinto di blu” (Domenico Modugno) – Se qualcuno avesse scommesso su un duetto tra Lucio Corsi e Topo Gigio, probabilmente non avrebbe puntato sulla riuscita di questa performance. E invece il risultato è sorprendente: elegante, ironico e leggero. Il pubblico apprezza e si lascia trasportare. Voto: 8.5

7. Serena Brancale con Alessandra Amoroso – “If I Ain’t Got You” (Alicia Keys) – Difficile misurarsi con Alicia Keys, ma Serena Brancale e Alessandra Amoroso trovano il giusto equilibrio tra tecnica e interpretazione. Serena al pianoforte incanta, mentre Amoroso porta la sua consueta energia. Una performance potente e ben calibrata. Voto: 8

8. Irama con Arisa – “Say Something” (A Great Big World & Christina Aguilera) – Due voci che si sposano alla perfezione per un brano toccante ed emozionante. Irama e Arisa regalano un duetto delicato e struggente, senza strafare. Ottima chimica tra i due, che crea un momento magico sul palco dell’Ariston. Voto: 7

9. Gaia con Toquinho – “La voglia e la pazzia” (Ornella Vanoni) – La presenza di Toquinho aggiunge autenticità a questa performance, che trasporta il pubblico nelle atmosfere brasiliane. Gaia si adatta bene al mood del pezzo, senza cercare di sovrastare il brano con inutili virtuosismi. Un’interpretazione elegante e coinvolgente. Voto: 7.5

10. The Kolors con Sal Da Vinci – “Rossetto e caffè” (Sal Da Vinci) – Una combinazione particolare che, però, non decolla completamente. The Kolors cercano di dare energia al pezzo, ma la loro impronta stilistica non sembra integrarsi perfettamente con il mondo musicale di Sal Da Vinci. Il risultato è una performance dignitosa, ma poco incisiva. Voto: 6

11. Marcella Bella con Twin Violins – “L’emozione non ha voce” (Adriano Celentano) – L’interpretazione di Marcella Bella è intensa e sentita, arricchita dal raffinato accompagnamento dei Twin Violins. Un’esibizione classica, forse priva di particolari sorprese, ma di grande eleganza. Peccato per la presenza troppo invasiva dell’orchestra che, seppur nella sua bellezza, ha completamente coperto la performance dei Twin Violins. Voto: 6

12. Rocco Hunt con Clementino – “Yes I Know My Way” (Pino Daniele) – Due rapper napoletani che omaggiano Pino Daniele con uno dei suoi brani più amati. L’energia è alle stelle, loro sono perfettamente amalgamati l’uno con l’altro, ma l’interpretazione a tratti sembra più un’esibizione da concerto che un momento sanremese. Travolgente, ma poco raffinato. Voto: 6.5

13. Francesco Gabbani con Tricarico – “Io sono Francesco” (Tricarico) – Un’esibizione giocosa e ironica, che sfrutta al massimo la teatralità dei due artisti. Gabbani riesce a dare una carica in più al brano, mentre Tricarico, con la sua interpretazione surreale, dona autenticità alla performance. Una rivisitazione riuscita, che diverte e sorprende. Voto: 7

14. Giorgia con Annalisa – “Skyfall” (Adele) – Due voci straordinarie per un brano estremamente complesso. Giorgia è impeccabile, regala una performance da brividi. Annalisa la accompagna con sicurezza, anche se talvolta sembra soffrire il confronto con una delle più grandi voci italiane. Un’esibizione potente e raffinata. Voto: 8.5

15. Simone Cristicchi con Amara – “La cura” (Franco Battiato) – Cristicchi e Amara rispettano profondamente il capolavoro di Battiato, senza stravolgerlo. Un’interpretazione intima e delicata, in cui le voci dei due artisti si fondono armoniosamente. Un momento carico di emozione, poesia e di un eleganza straordinaria. Voto: 7.5

16. Sarah Toscano con Ofenbach – “Overdrive” (Ofenbach) – Una scelta moderna per Sarah Toscano, che mostra una nuova sfaccettatura della sua voce su un brano energico e internazionale. La presenza degli Ofenbach aggiunge freschezza e dinamismo, ma a tratti l’artista sembra un po’ oscurata dalla produzione elettronica. Non completamente a suo agio. Voto: 6.5

17. Coma_Cose con Johnson Righeira – “L’estate sta finendo” (Righeira) – Un tuffo negli anni ‘80, con un brano che ha segnato un’epoca. Coma_Cose e Johnson Righeira rendono omaggio con rispetto e leggerezza, senza forzature. Una performance divertente e nostalgica, che riesce a coinvolgere il pubblico. Voto: 7

18. Joan Thiele con Frah Quintale – “Che cosa c’è” (Gino Paoli) – Un’interpretazione delicata e senza eccessi, che punta tutto sulla semplicità. Joan Thiele mantiene un approccio raffinato ma a tratti poco incisivo, mentre Frah Quintale con il suo stile rilassato rischia di appiattire l’emozione del pezzo. L’arrangiamento moderno è interessante, ma l’esibizione nel complesso risulta un po’ fredda e distaccata. Voto: 6.5

19. Olly con Goran Bregović – “Il pescatore” (Fabrizio De André) – L’energia dei ritmi balcanici di Goran Bregović incontra la voce di Olly in una versione inedita e dalle sonorità gipsy del celebre brano di Fabrizio De André. Il risultato è un mix esplosivo e affascinante, anche se a tratti il pezzo sembra perdere un po’ di intensità emotiva rispetto all’originale. Voto: 7

20. Elodie e Achille Lauro – “A mano a mano/Folle città” (Riccardo Cocciante/Loredana Bertè) – Un mash-up ambizioso che alterna dolcezza e irruenza, ma con un equilibrio non sempre riuscito. Elodie convince con la sua voce calda e avvolgente su A mano a mano, mentre Achille Lauro, pur carismatico, tende a eccedere nella teatralità su Folle città, rischiando di distogliere l’attenzione dall’interpretazione vocale. Il risultato è interessante ma non del tutto fluido. Voto: 6.5

21. Massimo Ranieri con Neri Per Caso – “Quando” (Pino Daniele) – Una performance elegante e commovente. Massimo Ranieri, con la sua voce inconfondibile, rende omaggio a Pino Daniele con grande rispetto. L’accompagnamento vocale dei Neri Per Caso dona ulteriore profondità al pezzo. Raffinato e intenso. Voto: 8

22. Willie Peyote con Tiromancino, Ditonellapiaga – “Un tempo piccolo” (Franco Califano) – Uno dei momenti più interessanti della serata. Willie Peyote dà un’interpretazione intensa e personale, mentre Tiromancino e Ditonellapiaga completano il quadro con delicatezza e profondità. Una delle rivisitazioni meglio riuscite della serata. Voto: 8.5

23. Brunori Sas con Riccardo Sinigallia e Dimartino – “L’anno che verrà” (Lucio Dalla) – Un classico che non perde mai il suo fascino. Brunori Sas si conferma uno degli interpreti più raffinati della musica italiana, mentre Sinigallia e Dimartino aggiungono sfumature interessanti. Un omaggio sentito e intenso a Lucio Dalla. Voto: 8

24. Fedez con Marco Masini – “Bella stronza” (Marco Masini) – Una performance che divide: Masini ripropone con grinta il suo grande successo, mentre Fedez cerca di inserirsi nel pezzo con il suo stile personale. Il contrasto tra i due è evidente e non sempre convincente. Un tentativo coraggioso, ma non del tutto riuscito. Voto: 6.5

25. Bresh con Cristiano De André – “Crêuza de mä” (Fabrizio De André) – Uno dei momenti più emozionanti della serata. Cristiano De André guida questa interpretazione con una profondità straordinaria, mentre Bresh, con la sua sensibilità, si inserisce con rispetto nel brano. Il dialetto genovese, la melodia e la storia si fondono in un tributo memorabile che emoziona nonostante tutti i problemi tecnici. Voto: 8.5

26. Shablo ft. Guè, Joshua, Tormento con Neffa – “Amor de mi vida/Aspettando il sole” (Sottotono/Neffa) – Un omaggio al rap e all’R&B italiano degli anni ‘90 e 2000, con Guè, Tormento e Neffa che riportano sul palco due brani iconici. La nostalgia c’è, così come l’energia, ma l’esibizione scorre senza particolari guizzi. Shablo offre un sound attuale, ma l’insieme risulta meno incisivo del previsto. Voto: 7

La Serata delle Cover di Sanremo 2025 si è confermata, ancora una volta, un viaggio nella memoria collettiva della musica, con momenti di grande emozione e altri meno riusciti. Alcuni artisti hanno saputo reinventare i brani senza snaturarli, altri si sono limitati a eseguire versioni poco ispirate, mentre qualcuno ha forse osato troppo, rischiando di perdere la magia dell’originale. La bellezza di questa serata sta proprio qui: nel confronto tra epoche, stili e generazioni. C’è chi ha riportato il pubblico indietro nel tempo con rispetto e fedeltà, chi ha cercato di stravolgere i classici per renderli più contemporanei, e chi ha semplicemente giocato con la propria identità artistica per creare qualcosa di nuovo. Se c’è un insegnamento che possiamo trarre da questa notte di musica, è che le grandi canzoni non appartengono a nessuno, ma a tutti. E mentre il sipario cala sulla quarta serata, resta il piacere di aver riascoltato quei brani che, anche a distanza di decenni, continuano a emozionare.

Ora la parola passa al pubblico: quale performance vi ha conquistato? E quale vi ha lasciato perplessi?

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