Finalmente, a distanza di un anno, torna l’immancabile Festival di Sanremo. Dopo 72 anni ancora nel cuore di ogni italiano, dopo 72 anni, ancora oggi, capace di bloccare l’Italia nel vedere come sarà e cosa succederà. La direzione artistica di Amadeus sicuramente svecchia molto il Festival aprendolo sempre di più ai giovani, tentando di inserire esempi d’ogni genere musicale. L’esperimento avviato tre anni fa si può dire, almeno per ora, ben riuscito, aprirsi ai giovani senza però scordare la tradizione. L’elenco dei cantanti in gara ne è senza dubbio la prova. Unico appunto, basta squallide promozioni sulle programmazioni Rai, invitare grandi attori a Sanremo significa farli mettere in gioco per esibirsi non fargli fare qualche marchetta svilendo così la loro professionalità. Dopo questa breve introduzione, come da tradizione, vi presentiamo le pagelle della prima serata della 72° Edizione del Festival della Musica Italiana.
PAGELLE DELLA PRIMA SERATA
Amadeus – Anche se alla terza volta sul palco dell’Ariston comunque si commuove come un bambino nel vedere, finalmente, il teatro pieno di spettatori. Sin da subito ci mette a nostro agio con la sua eleganza e la classe che da sempre lo contraddistingue. Possiamo dire, senza paura di essere smentiti, che Amadeus ha iniziato “col botto”. Voto 9.
Fiorello – Il booster dell’intrattenimento fa sempre la differenza, sale sul palco regalandoci una bella dose di allegria della quale, soprattutto in questo periodo, abbiamo assolutamente bisogno. Grazie Fiore. Voto 9.
Ornella Muti – In una sola parola… Anonima. Il suo tono di voce è talmente basso che persino il pubblico si lamenta di non sentire niente e in teatro sono costretti ad alzare i microfoni. Resta su di lei un fascino senza tempo ma da una diva del cinema come lei ci saremmo aspettati molto di più. Voto 5.
Maneskin – Al loro arrivo la serata si accende, portano energia ed emozione sul palco dell’Ariston. Standing ovation meritatissima per le nostre rock star orgoglio italiano nel mondo. Voto 10.
Meduza – Le discoteche chiuse non sono necessariamente un impedimento perché all’Ariston si balla. Orgoglio tricolore come i Maneskin, unica differenza? In pochi sapevano che fossero italiani. Voto 10.
Achille Lauro – Irriverenza, seducente, trasgressivo e ribelle. Una discreta esibizione punk rock che canta l’amore tra “città peccaminose e donne pericolose”. Rolls Royce con il coro gospel? Voto 6.5.
Yuman – Il brano è senza dubbio di gran classe. Bella voce: ma ancora acerbo per un palco così difficile. Le due cose insieme creano un esibizione gradevole che, purtroppo, non convince fino in fondo. Voto 6.
Noemi – La voce e il talento portano a casa l’esibizione tuttavia non sembra a suo agio con il brano portato. Che non sia il brano perfetto per lei? Di certo non si può capire al primo ascolto, aspettiamo la prossima esibizione per esserne sicuri. Voto 6.5.
Gianni Morandi – Veste alla perfezione l’abito musicale cucitogli da Jovanotti che, unito alla sua incredibile energia crea un esibizione perfetta e molto coinvolgente. Nel 2022 possiamo essere ancora stupiti dalle sonorità Twist degli anni 60. Voto 8,5.
La Rappresentante di Lista – Scatenati, energici e spaventosamente imprevedibili. Un brano quasi dadaista, con quel “ciao ciao” che continua a ronzare in testa. Grande rivelazione. Voto 9.
Michele Bravi – Prova a “uscire” dal suo classico intimismo che lo contraddistingue ma il testo, comunque di buona qualità, non lo aiuta. Prova a imporre la sua voce ma il brano non glielo permette fino in fondo. Voto 5,5.
Massimo Ranieri – Potrebbe essere stata scritta vent’anni fa ed essere ancora attuale tra vent’anni. La drammaticità della voce di Ranieri sembra trovarsi perfettamente a proprio agio in questa elegante romanza che ricorda, a tratti, il gigantesco Lucio Dalla. Voto 10 e Lode.
Mahmood e Blanco – Non è facile sentirsi sbagliati in amore ma questo fantastico duo riesce a comunicarlo alla perfezione. Le loro voci si amalgamano alla perfezione restituendoci un pezzo eccellente ed incisivo. Voto 9.
Ana Mena – Classico tormentone spagnoleggiante, niente di più niente di meno di quelli che sentiamo ogni estate. Sicuramente sarà il tormentone di questa estate e sarà ascoltato in ogni discoteca; ritornando alla “realtà Sanremo” sarebbe stato meglio mandarlo direttamente in radio e non farlo gareggiare affatto. Voto 4.
Rkomi – Personal Jesus dei Depeche Mode? Non è ovviamente un plagio ma la canzone la ricorda molto. Il testo è un po’ anonimo e comunque non totalmente all’altezza del ritmo incalzante della canzone. Malgrado alcuni elementi molto interessanti all’interno del testo l’esibizione non decolla. Voto 6.
Dargen D’Amico – Destabilizzante, beffardo, allegro, spensierato, sgangherato, sfacciato ed incredibilmente energico. Porta senza paura tutto questo sul palco dell’Ariston piazzando un brano che certamente ci farà cantare e ballare. Un grande omaggio all’Eurodance italiana, Gigi d’Agostino su tutti. Voto 9.
Giusy Ferreri – Classico esempio di tormentone estivo mal riuscito. Il brano non riesce mai a esplodere, sia nel testo sia musicalmente. Un peccato non aver osato di più, soprattutto se si possiede un timbro vocale così caratteristico e graffiante. Voto 5.