Dopo 29 anni dall’accordo di pace del 1991 tra Fronte Polisario e Marocco, torna la minaccia della guerra nel Sahara occidentale.
IL FATTO
Il 13 novembre del 2020, alle prime luci dell’alba, le truppe del Marocco hanno forzato il blocco nella zona cuscinetto del Guerguarat, zona del Sahara occidentale confinante con la Mauritania, portando ad una reazione da parte dei saharawi, a causa della violazione, da parte dei marocchini, degli accordi sui territori contesi.
Gli attivisti saharawi da circa tre settimane impedivano il passaggio sulla strada che collega Marocco e Mauritania, in segno di protesta nei confronti dell’occupazione militare della loro terra da parte del Regno di Mohamed VI oltreché le violazioni dei diritti umani e lo sfruttamento delle risorse.
I suddetti avvenimenti hanno portato a una spropositata reazione da parte di Rabat, che ha deciso di ripristinare la circolazione tramite l’uso della forza. Le tensioni in quei territori sono drasticamente finiti in uno scontro armato.
LA POSIZIONE DEL PRESIDENTE DELL’UNIONE AFRICANA
Il presidente dell’Unione africana Cyril Ramaphosa aveva inviato, il 12 novembre 2020, le due parti del conflitto nel Sahara occidentale a risolvere pacificamente i conflitti, esortandoli a sostenere il piano di insediamento dell’OUA-ONU del 1991.
Sul portale della presidenza sudafricana, Ramaphosa ha sottolineato di “essere stato informato della crescente tensione tra il Sahara occidentale e il Marocco, derivante da una controversia sulla zona cuscinetto”. Questo in riferimento alla situazione in Guerguarat.
Il presidente Ramaphosa ha quindi chiesto ai due paesi di allentare le tensioni e di riprendere i negoziati, esortando tutte le parti a sostenere il Piano di insediamento che prevede anche lo svolgimento di un referendum affinché il popolo del Sahara possa esercitare il proprio diritto all’autodeterminazione.
CHI SONO I SAHARAWI
Conosciuto come il popolo sahariano, oggi residente nelle zone del Sahara occidentale. Quella del popolo Saharawi è una storia di lotta e identità. Da decenni, infatti, portano avanti la loro battaglia per l’indipendenza e per poter vivere sulla terra che gli è stata strappata.
Il 14 dicembre del 1960, l’ONU votò la risoluzione n. 1514, con la quale si riconosceva il diritto all’indipendenza per le popolazioni dei Paesi colonizzate. Tra queste fu inclusa, nel 1963, anche quella del popolo saharawi. Ma c’è di più, perché nel 1966 l’ONU addirittura ratificò il loro atto di autodeterminazione.
Tuttavia il Marocco si è sempre opposto all’indipendenza del Sahara occidentale, entrando, il 31 ottobre del 1975, con un esercito di 25.000 uomini nelle zone contigue ai confini tra i due paesi.
Inizierà un periodo durissimo per i saharawi, fino al “cessate il fuoco” del 1991. Dopo quasi 30 anni però, ancora non arriva l’indipendenza, ancora non si è trovata una soluzione per l’ottenimento del tanto desiderato referendum.