A un anno dall’approvazione della Commissione europea, il PNRR, predisposto dal Governo con l’obiettivo di far ripartire l’Italia fortemente colpita dalla crisi causata dalla pandemia di Covid-19 e di dar vita a «una più ampia e ambiziosa strategia per l’ammodernamento del Paese», si confronta con la sua attuazione, oltre a doversi misurare con gli impatti derivanti dalla crisi russo-ucraina.
In questo contesto la ricerca scientifica riveste un ruolo chiave, in specifico in quei settori che sono direttamente coinvolti. La Geografia è tra questi se si considera che, tra gli assi strategici e trasversali, hanno particolare enfasi quello dedicato alla coesione e al riequilibrio del territorio – sia con riguardo al divario Nord-Sud, sia con riferimento alle aree marginali e montane – e quello indirizzato alla “transizione ecologica”.
È a questi assi che la rivista documenti geografici ha dedicato un corposo fascicolo, che verrà presentato martedì 18 ottobre, a partire dalle ore 11.00, presso il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili (Roma, Via Nomentana, 2) Parlamentino del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, con la partecipazione del Ministro Enrico Giovannini.
Le riflessioni proposte evidenziano come i nuovi scenari internazionali e i nuovi rapporti di forza obbligano a tener presente il quadro generale in cui è inserito il PNRR e quindi a fare riferimento agli obiettivi della programmazione europea 2021-2027: un’Europa più intelligente, più verde, più connessa, più sociale, più vicina ai cittadini. Inoltre, aprono ulteriori piste di ricerca che evidenziano come gli obiettivi del PNRR vadano inseriti all’interno dell’Agenda 2030 dell’ONU e del Green Deal 2050 europeo, facendo propri traguardi quali la riduzione delle emissioni inquinanti, la prevenzione del dissesto del territorio, la diminuzione dell’impatto delle attività produttive sull’ambiente e, più in generale, il tema della qualità della vita dei luoghi e dei territori.
Il fascicolo – sostiene Franco Salvatori, direttore della rivista – entra nel dibattito mettendo in luce lo sbilanciamento verso un approccio troppo legato alla “cantierabilità” di certe misure, troppo legato alle questioni tecnologiche, mentre si lascia sullo sfondo l’apporto delle scienze umane e tra queste le geografiche. Al contrario, gli studiosi intervenuti sottolineano quanto la ripresa dei territori e dei luoghi, con le loro peculiarità e specificità, devono essere il perno dell’ammodernamento e l’obiettivo principale del piano. I luoghi hanno il diritto di essere i veri protagonisti della “resilienza” e della “ripresa” partendo dalla loro capacità di “resistenza” che la Geografia ha sempre saputo individuare e valorizzare.
Per inviare richiesta di accredito all’evento, è possibile scrivere all’indirizzo documentigeografici.eventi@gmail.com o telefonare al 348.00.76.149 (referente: Dott.ssa Giuliana Festari)