Correva l’anno 2011 quando i Verdena realizzarono “WOW”.
Tre lettere che fungevano quasi da simbolo (o meglio “emblema”), per un disco considerato fra i più importanti nella storia della musica italiana per contenuti e complessità di fondo.
Il problema non è parlare dell’album, ma di come si è arrivati ad esso; infatti, più che una recensione sembra necessaria una vera e propria analisi, di un prodotto del tutto singolare nel suo intero.
Questa attività richiede un passo a ritroso di quasi 3 anni.
La band bergamasca – reduce dal grande successo del predecessore “Requiem” (2006) – tornò a lavorare su nuovo materiale nel 2008, subito dopo il tour.
L’introduzione del pianoforte e l’aggiunta dei cori furono le due grandi mosse che permisero al gruppo di tracciare nuove piste e studiare soluzioni inedite, capaci di confluire in atmosfere suggestive e “devote” agli anni settanta e ottanta.
Essere convinti del proprio operato è sempre difficile e questo problema finì per colpire anche i Verdena stessi.
Nel 2009 l’intelaiatura di “WOW” incominciò a prendere forma, la prima bozza conteneva circa 12 brani ma Alberto Ferrari (cantante della band) non soddisfatto della fisionomia del disco era intento ad aggiunge nuovo materiale.
L’idea era quella di giungere ad un prodotto pieno, massiccio e senza margini di aggiunta, ma con una logica strutturale ben delineata.
Data la vasta gamma di materiale a disposizione e una difficoltà – assolutamente comprensibile a detta di chi scrive – nella scrematura del tutto, il trio bergamasco decise di virare per un lavoro strutturato in 2 dischi.
Il “doppio – lavoro” rispondeva oltre all’abbondanza di pezzi anche alla necessità di tener distinti due blocchi di brani; una volta ascoltato il primo doveva intercorrere il lasso di tempo necessario per inserire il secondo, (ecco la sopracitata “logica strutturale”).
Rimaneva l’ostacolo più insidioso, ovvero il via libera della casa discografica, che definì in un primo tempo la realizzazione di “WOW” come un “suicidio commerciale”; un doppio disco per una band di nicchia rappresentava una scommessa significativa per qualsiasi etichetta.
Nonostante i dissidi iniziali si arrivò ad un accordo ed ecco che il 18 gennaio 2011 fu pubblicato il quinto album dei Verdena, con ben 27 brani (13+14).
Non trascorse molto tempo che “WOW” venne subito catalogato come uno degli album più importanti della storia; una ricchezza senza fine, un vero e proprio arricchimento a livello uditivo.
Proseguire in tecnicismi rischia di essere fuorviante, si discorre di un lavoro avente una dietrologia del tutto esclusiva e che impedisce di avventurarsi in discorsi semplicistici e fine a sé stessi.
I due dischi vanno ascoltati con leggerezza e senza particolari pretese, il trucco (se così lo si può definire) si situa proprio nel lasciarsi guidare da un agglomerato di elementi e sensazioni.