Fare una previsione su come sarà la musica fra qualche anno risulta approssimativo ed effimero. Il motivo si situa nella pluralità di fattori che andranno ad incidere nella società, determinando nuove tendenze e nuovi temi da gestire.
Sulla base di questa premessa, tuttavia, si possono tenere in considerazione dei dati oggettivi ma sottovalutati.
In primo luogo, l’intero panorama musicale è ricco di nuovi progetti che “guardano” al futuro; caratterizzati da un’ampia sperimentazione poggiata su delle basi solide.
In secondo luogo (e questo è l’aspetto di gran lunga più trascurato), questa nuova linfa di prodotti è stata apportata, quasi esclusivamente, da donne.
Quest’ultime si sono ritagliate uno spazio importante nella musica di oggi per divenire protagoniste assolute, nei diversi panorami di riferimento, in un futuro che non è poi così lontano.
Complessivamente parlando, la sperimentazione nella musica ha subito una brutta battuta d’arresto nell’ultimo decennio; tanti sono gli artisti che, assetati dal denaro, si sono spinti su prodotti standard per ottenere il massimo risultato con uno sforzo pari allo zero.
Il genere femminile, con ragazze coraggiose e stracolme di personalità, ha risollevato un panorama musicale ormai dilaniato dalle tante “sconfitte artistiche” e da un disinteresse ormai cronico.
A questo punto è necessario scendere nel pratico, così da individuare i tanti progetti alla quale si fa riferimento.
Negli USA sono ormai diversi anni che, una ragazza di nome Chelsea Wolfe, sta regalando scenari mistici e desolanti, con melodie cupe ma contrapposte ad una voce lontana e tenue, capaci di dar vita ad un connubio unico nel panorama mondiale.
Nonostante, la già importante esperienza maturata, la Wolfe è ancora oggi considerata un volto nuovo, destinato a contribuire, enormemente, allo sviluppo di soluzioni da lei già trovate.
Si discorre di un progetto che rappresenta il nucleo di questa nuova verve tutta femminile.
Altra esponente americana risulta essere Lzzy Hale, frontwoman degli Halestorm.
Di innovativo nei lavori di questa ragazza (e della sua band) c’è la caparbietà nel voler risollevare una scena rock, in modo puro e senza filtri, con dischi coraggiosi e senza badare troppo all’estetica.
Il loro ultimo disco “Vicious” (2018) è stata una vera e propria consacrazione, con un giudizio positivo da una critica complessa (come quella del genere in questione). Questo ha permesso alla cantante di divenire un personaggio centrale con un carico di “responsabilità” importante, data la grande attesa che si crea attorno ai suoi prodotti.
Entro i confini nazionali, la ricerca a progetti innovativi si complica particolarmente. Il nostro è un Paese che fa ancora affidamento ad artisti con tanti anni di carriera alle spalle, senza mai preoccuparsi di ciò che verrà dopo.
Imbottigliata in mode e talent-show, l’ Italia fatica a spingere progetti diversi e con una serietà di fondo non indifferente.
Questo non significa che varie realtà interessanti non ci siano, anzi è vero il contrario; esempio concreto è Mèsa, cantautrice romana con una personalità spropositata.
Scrittura minimale con arrangiamenti leggeri e ragionati, che danno vita a brani “freschi” e molto sperimentali.
L’Europa nel suo complesso è, invece, la massima fonte di lavori al femminile; specialmente il versante est del continente pullula di nuovo materiale, in rampa di lancio.
Nel 2009 in Ucraina si sono formati i Jinjer, band metal che, partendo da un ambiente circoscritto, è riuscita a collocarsi in pianta stabile in un panorama particolarmente ostico. Fra i punti di forza del gruppo vi è sicuramente Tatiana Shmailyuk, cantante in possesso di una tecnica che costituisce un asso nella manica di notevole importanza.
Insomma, le donzelle si sono caricate sulle spalle l’intero panorama musicale, procedendo verso un futuro che oggi, non è più atteso da appassionati ed esperti, con diffidenza.