“Pace in Ucraina, finalmente e pace fiscale in Italia. Sabato 8 e domenica 9 marzo la Lega sarà presente in mille piazze in tutta Italia per chiedere la fine della guerra, nel momento in cui Macron e Von Der Leyen parlano di invio di truppe e di maggiori spese militari…”
Così, gloriosamente, il vicepremier ha annunciato la panacea di tutti i mali, una vera e propria “annunciazione” che dopo mesi potrebbe sanare quelle piccole crepe della maggioranza, sopratutto su fisco e guerra. Partiamo dall’inizio.
Poteva, allora, Salvini porre rimedio quando la scorsa settimana si consumava una pagina di storia triste: un colloquio tra Trump, Zelensky e Vance finito in uno scontro verbale, che ha subito attirato lo sguardo di tutto il mondo. Mancava un quarto posto nello studio Ovale, ed era proprio quello di Salvini. Il quale aveva già cominciato a lavorare per la pace da tre anni. Si recò infatti in Polonia nel marzo del 2022, a portare un messaggio di pace nella città di Przemysl. Gesto a favor di telecamera finito in una clamorosa gaffe, quando il sindaco della cittadina polacca lo umiliò di fronte a tutti per aver espresso vicinanza a Putin e aver appoggiato l’annessione della Crimea del 2014. Così il sindaco polacco dichiarava al Foglio, nel 2022: “Quando ho saputo che il senatore Matteo Salvini in visita in Polonia, voleva visitare anche Przemysl, mi è sembrata una buona occasione per ricordare il suo sostegno alle azioni di Putin in Ucraina. Nel 2017, Matteo Salvini si fotografava con la stessa identica maglietta sullo sfondo del Cremlino, identificando Putin come suo amico e sostenendo l’annessione della Crimea
Potremmo perdonarlo, ragionare per assurdo e ipotizzare che si sia trattata di una semplice svista. Ma, fin dall’invasione di Kiev del 24 febbraio 2022, la posizione di Salvini non è solo appartenente confusa e priva di una direzione. Non ha proprio né capo né coda. Quando, ad esempio, l’1 marzo 2022 la Lega votava a favore dell’invio di armi in Ucraina (lo riporta lapressa.it), dopo immense giravolte antibelliciste. Il 18 marzo 2024 l’ennesimo atto della commedia. Reuters riportava una dichiarazione di Salvini in cui, dopo le elezioni farsa della Russia, esprimeva: “Il voto russo per Putin deve essere accettato, i russi hanno votato. Stati Uniti ed Europa hanno affermato che le elezioni non sono state né libere né corrette, perché quando le persone votano hanno sempre ragione. Speriamo che il 2024 sia l’anno della pace.” Non dobbiamo spiegare ai lettori la differenza tra una democrazia e un regime non democratico mascherato come tale. Risparmiamo una lezione di scienza politica.
Pensate, la scena è stata così clamorosa da essere ripresa in un’imitazione di Crozza che, imitando Salvini appena uscito da una pizzeria, dichiarava scherzosamente: “Posso far roteare la pizza? È l’anno della pace, voglio parlare di pace”.
Potrebbe essere stata un’altra svista, eppure l’elenco è lungo. Dopo l’invasione di Kiev, da filo russo è diventato improvvisamente filo occidentale, sostenendo sanzioni e armi ma affermando l’opposto in immense giravolte prive di fondatezza. Carlo Calenda la toccava piano nel settembre del 2022 sul Corriere: “Non è che diciamo che sei amico di Putin perché ci siamo svegliati male, ma perché stavi al Parlamento europeo con la maglietta di Putin e andavi dicendo che avresti dato Mattarella per mezzo Putin.”
Allora non contento di aver proposto la pace in Ucraina, ha deciso di rincarare la dose su Netanyahu e, con uno schiocco di dita cambiando ministero: dai trasporti agli esteri il passo è breve. Così, contraddicendo Tajani, diceva (Corriere) nel novembre 2024: “Conto di incontrare presto esponenti del governo israeliano e se Netanyahu venisse in Italia sarebbe il benvenuto. I criminali di guerra sono altri.”
Insomma, ancora oggi Salvini è l’eterno viandante in un mare di nebbia, forse indeciso. È il caso di dirlo: dopo la pace in Ucraina e la pace fiscale, faccia pace con se stesso.