Regno Unito: dal successo del Labour Party alla disfatta del Partito Conservatore. L’analisi del voto

La sconfitta del Partito Conservatore, la non rielezione di ex membri del Governo Sunak, l’emergere di candidati indipendenti e i risultati inattesi degli altri partiti (Reform UK, in primis) segnano l’inizio di una nuova era nella politica britannica. 

La Sconfitta del Partito Conservatore

Il Partito Conservatore ha subito una sconfitta devastante, perdendo oltre 200 seggi e portando il totale a soli 120 parlamentari, rispetto ai 365 conquistati nelle elezioni del 2019. Questo risultato riflette un chiaro rifiuto da parte dell’elettorato della gestione del governo Sunak negli ultimi anni. Diversi fattori hanno contribuito a questa debacle elettorale. Rish Sunak che, scusandosi con gli elettori conservatori per il risultato delle elezioni e con i cittadini per l’evidente sfiducia visto il risultato elettorale, ha dato le sue dimissioni da Primo Ministro e a breve le darà anche come Leader del Partito Conservatore. E’ bene ricordare che, oltre alla presente sconfitta arrivata dopo 14 anni al governo, per il Partito Conservatore è il peggior risultato fin dalla sua fondazione. Difatti, il record negativo fu raggiunto con le elezioni generali del 1906 dal Primo Ministro uscente conservatore Arthur Balfour, colui che con la Dichiarazione Balfour sosteneva la creazione di uno stato ebraico nella regione di Palestina, in vista della sconfitta dell’Impero ottomano, del quale la Palestina faceva parte, nell’ambito della Prima Guerra Mondiale.

Secondo un’analisi del The Guardian, l’aumento del costo della vita ha giocato un ruolo cruciale nel voltare gli elettori contro il Partito Conservatore. L’inflazione galoppante, l’aumento delle bollette energetiche e i salari stagnanti hanno creato un malcontento diffuso. La percezione di una gestione inefficace della crisi economica da parte del governo di Sunak ha ulteriormente alimentato la disillusione degli elettori. La situazione del NHS, Servizio Sanitario Nazionale del Regno Unito, è stata un altro fattore chiave. Come riportato dal The Independent, il sistema sanitario pubblico è stato sotto una pressione senza precedenti, con tempi di attesa sempre più lunghi e carenze di personale critiche. Nonostante le promesse di riforma e investimento, gli elettori hanno percepito una mancanza di azioni concrete, portando a una significativa perdita di fiducia. Infine iFinancial Times ha sottolineato come le divisioni interne al partito e la percezione di una leadership debole abbiano ulteriormente minato la fiducia degli elettori. Le lotte intestine e la mancanza di una visione unificata hanno reso i conservatori vulnerabili agli attacchi da parte delle opposizioni, che hanno saputo sfruttare efficacemente queste debolezze.

La sconfitta ha avuto ripercussioni rilevanti anche sui membri chiave del governo di Rishi Sunak, molti dei quali non sono stati rieletti. Come, ad esempio, il Ministro delle Finanze Jeremy Hunt, il Ministro degli Esteri James Cleverly e il Ministro degli Interni Suella Braverman, tutti sconfitti in circoscrizioni che storicamente erano roccaforti conservatrici. Il Telegraph ha evidenziato come la perdita di questi seggi rappresenti un duro colpo per il partito, rendendo evidente la necessità di un rinnovamento e di un cambiamento di direzione. 

Eletti Indipendenti Inaspettati

Un elemento sorprendente di queste elezioni è stato l’aumento del numero di candidati indipendenti eletti, che riflette un significativo cambiamento nell’umore degli elettori. BBC News ha riportato che almeno 12 indipendenti hanno conquistato seggi, una novità significativa rispetto alle elezioni precedenti. Secondo i sondaggi di Survation, gli elettori hanno mostrato una crescente propensione a sostenere candidati indipendenti, visti come più vicini e responsabili rispetto ai rappresentanti dei grandi partiti. Questo trend suggerisce una domanda crescente di rappresentanza politica che risponda direttamente alle esigenze locali e personali degli elettori. E’ il caso verificatosi nella circoscrizione di Totnes con Sarah Wollaston, ex conservatrice diventata indipendente, che ha riconquistato il seggio con una campagna focalizzata su temi sanitari e ambientali. Simili storie di successo si sono viste in circoscrizioni come Chesham e Amersham, dove l’indipendente Peter Fleet ha vinto grazie a una campagna focalizzata su problematiche locali come la protezione degli spazi verdi e la gestione del traffico. Sorprendente invece la rielezione dell’ex leader del Partito Laburista Jeremy Corbyn nel collegio di North Islington, espluso dal Partito Laburista da Starmer insieme ad alcuni suoi fedelissimi, per via di posizioni estremiste ed antisemite.

Risultati Inattesi degli Altri Partiti

Oltre alla sconfitta dei conservatori, altri partiti hanno registrato risultati inattesi, sia positivi che negativi.

Partito Laburista

Il Partito Laburista, guidato da Keir Starmer, ha ottenuto una vittoria storica, conquistando 412 seggi e la maggioranza assoluta. Secondo il The Times, la loro campagna elettorale, focalizzata su temi di giustizia sociale, economia verde e miglioramento dei servizi pubblici, ha risuonato fortemente con l’elettorato. Le proposte laburiste di nazionalizzare parti critiche del NHS e di aumentare gli investimenti nelle energie rinnovabili hanno trovato ampio sostegno. L’analisi di Demos ha evidenziato come le politiche a favore del clima e le riforme del welfare abbiano giocato un ruolo chiave nel loro successo. Un successo un po’ particolare dato dal sistema elettorale britannico, di cui si tratterà nel prossimo articolo in cui si analizzeranno il nuovo Governo Starmer e le sue future sfide.

Liberal Democratici

I Liberal Democratici hanno visto un sorprendente aumento nel numero di seggi, passando da 11 a 72. Un risultato storico. La loro campagna, centrata su politiche pro-europee e diritti civili, ha guadagnato terreno in circoscrizioni urbane e universitarie. Secondo The Independent, il partito ha beneficiato del voto strategico di elettori laburisti e conservatori moderati, che cercavano un’alternativa pragmatica e centrista. Le proposte dei Liberal Democratici per una riforma elettorale proporzionale hanno anche attratto elettori desiderosi di un sistema politico più rappresentativo. L’analisi di UK in a Changing Europe ha sottolineato come la loro posizione favorevole all’Unione Europea abbia consolidato il loro sostegno in aree con una forte identità europea.

Partito Nazionale Scozzese (SNP)

L’SNP ha mantenuto la sua influenza in Scozia, vincendo 48 seggi, ma ha visto una leggera diminuzione dei consensi rispetto alle precedenti elezioni del 2019 a favore del Partito Laburista. Secondo il Scottish Herald, la performance dell’SNP è stata influenzata da questioni interne al partito e dalla crescente polarizzazione sulla questione dell’indipendenza scozzese. Nonostante ciò, l’SNP continua a essere una forza dominante in Scozia, con un forte mandato per negoziare ulteriori devoluzioni di poteri da Westminster.

Partito Unionista Democratico (DUP) e Partito Social Democratico e Laburista (SDLP)

In Irlanda del Nord, i risultati sono stati altrettanto significativi. Il Belfast Telegraph ha riportato che il Partito Unionista Democratico (DUP) ha mantenuto la maggioranza dei suoi seggi, ma ha perso terreno a favore del Sinn Féin e del Partito Social Democratico e Laburista (SDLP). Il SDLP ha visto un aumento dei seggi, consolidando la sua posizione come forza principale del nazionalismo moderato. La questione della Brexit e il Protocollo dell’Irlanda del Nord hanno giocato un ruolo cruciale, con molti elettori che hanno votato in base alla loro posizione su questi temi divisivi. Le tensioni e l’incertezza legate al futuro del confine irlandese hanno influenzato fortemente il voto, come evidenziato da Northern Ireland Life and Times Survey.

Reform UK

Il partito di Nigel Farage ha ottenuto risultati modesti, ma da tenere conto. Con una piattaforma basata su una linea dura contro l’immigrazione e un’economia di libero mercato, Reform UK ha conquistato alcuni seggi nelle aree tradizionalmente conservatrici del sud-est dell’Inghilterra. The Telegraph ha osservato che la presenza di Reform UK ha frammentato il voto di destra, contribuendo alla sconfitta dei conservatori in diverse circoscrizioni marginali, arrivando al 15% dei consensi a livello nazionale conquistando 4 seggi, tra cui quello del leader Farage dopo il suo ottavo tentativo di elezione alla Camera dei Comuni.

Pertanto, le elezioni generali del 2024 hanno radicalmente trasformato la composizione della Camera dei Comuni portando a un Parlamento più frammentato e variegato. La nuova configurazione presenta una maggioranza laburista forte, ma non schiacciante, con una robusta opposizione formata da conservatori, liberal democratici, SNP e una significativa presenza di indipendenti e rappresentanti di partiti minori. Questa varietà di rappresentanza potrebbe preludere a un periodo di intensa negoziazione politica e compromessi legislativi.

Il Primo Ministro Keir Starmer si trova ora di fronte alla sfida di mantenere unito il suo partito e di rispondere alle molteplici aspettative degli elettori che hanno votato per il cambiamento. Al contempo, i conservatori devono affrontare un processo di rinnovamento interno e di ridefinizione delle loro priorità politiche per riconquistare la fiducia dell’elettorato. La posizione di Nigel Farage e del Reform UK come nuovo attore sulla scena politica potrebbe ulteriormente complicare il quadro, introducendo nuove dinamiche nel dibattito politico.

I prossimi anni saranno cruciali per capire se le promesse di riforma e cambiamento si tradurranno in azioni concrete e sostenibili. Il futuro del Regno Unito si presenta incerto e ricco di potenziali svolte. La capacità del nuovo governo di affrontare le sfide economiche, sociali e ambientali sarà determinante per stabilire la stabilità politica e la fiducia pubblica. Nel frattempo, gli occhi degli elettori e degli osservatori internazionali rimarranno puntati su Westminster, in attesa di vedere quali direzioni prenderà il paese in questo nuovo capitolo della sua storia politica.

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