Regione Sicilia: un mese intenso tra stracci e manovre

Bene ma non benissimo. Così, citando il titolo di una famosa canzone, si può riassumere il primo mese di vita del Governo guidato da Renato Schifani.

Tra contrasti interni e problemi personali, l’ampia maggioranza che ha eletto e di cui poteva contare il Presidente Schifani all’interno dell’Assemblea Regionale Siciliana, in pratica, non esiste più.

I primi sentori si erano iniziati a percepire già dalla nomina degli Assessori, con Fratelli d’Italia e Forza Italia delusi per alcune scelte, ma se Fratelli d’Italia è riuscita a “ricompattarsi” i  problemi all’interno di Forza Italia non sono stati superati.

Dalla formazione di due gruppi separati all’ARS (inizialmente Forza Italia 1 e Forza Italia 2, oggi Forza Italia all’Ars verso Schifani e Forza Italia verso Miccichè), allo scontro acceso tra il Coordinatore Regionale Gianfranco Miccichè e l’Assessore all’Economia Marco Falcone durante la kermesse di Fratelli d’Italia della settimana scorsa a Catania fino ad arrivare alla richiesta di commissariamento del partito in Sicilia (il Vicepresidente della Camera dei Deputati Giorgio Mulè in pole).

Nel frattempo, non proprio con scioltezza, continuano i lavori dell’Assemblea Regionale.

Si sono insediate le sette Commissioni legislative permanenti e la Commissione d’inchiesta e vigilanza sul fenomeno della mafia e della corruzione in Sicilia, di cui sono stati eletti Presidenti:

On. Ignazio Abbate (DC), I Commissione Affari Istituzionali; On. Dario Daidone (FdI), II Commissione Bilancio; On. Gaspare Vitrano (Forza Italia all’Ars), III Commissione Attività Produttive; On. Giuseppe Carta (MpA), IV Commissione Ambiente, territorio e mobilita; On. Fabrizio Ferrara (FdI), V Commissione Cultura, formazione e lavoro; On. Giuseppe Laccoto (Lega), VI Commissione Salute, servizi sociali e sanitari; On. Luigi Sunseri (M5S), Commissione Esame delle attività dell’Unione Europea e infine l’On. Antonello Cracolici (PD) per la Commissione d’inchiesta e vigilanza sul fenomeno della mafia e della corruzione in Sicilia.

Durante la settimana trascorsa l’ARS è stata impegnata nell’approvazione delle variazioni di bilancio, manovra da oltre 420 milioni.

Nonostante le “barricate” di Cateno De Luca, che ha costretto più volte il Presidente Galvagno ad interrompere i lavori, la manovra è stata approvata con 30 voti favorevoli, 21 contrari e 6 astenuti.

Sono state confermate – come riporta il Quotidiano di Siciliatutte le principali misure proposte dal governo, a partire dai fondi destinati ai Comuni, ai quali vanno 48 milioni di euro e ai Liberi Consorzi, che riceveranno 4 milioni per contrastare l’effetto del caro-bollette. Per la spesa sanitaria sono stati accantonati 250 milioni di euro, per dare seguito a una sentenza della Corte Costituzionale. Alla contrattazione collettiva del personale della Regione sono stati destinati quasi 29 milioni di euro, mentre per il fondo contenziosi sono previsti 44 milioni”.

Un ringraziamento va al presidente dell’Ars Gaetano Galvagno e al presidente della commissione bilancio Dario Daidone per aver svolto un lavoro prezioso nel percorso d’aula a favore del via libera alla manovra. Un apprezzamento, infine, all’assessore Marco Falcone per l’impegno profuso nell’elaborazione del documento finanziario che ci consente di farci carico di una serie di aspettative da parte dei siciliani”, così il Presidente Schifani.

Nonostante i problemi la Regione va e deve andare avanti per il bene del popolo siciliano ma in Sicilia “l’opera dei pupI” è un qualcosa di intrinseco che fa parte della tradizione non solo teatrale ma anche politica, perché alla fin dei conti spesso la politica è teatro!

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