Regione Sicilia, indagine della procura di Palermo sulla cocaina in Parlamento. La Vardera: “Una pagina triste”

Per la Regione Sicilia è in arrivo una nuova grana, che si aggiunge ai mille problemi di cui è afflitta l’isola. Emerge una totale mancanza di senso istituzionale, a seguito dell’indagine della procura di Palermo sulla cocaina in Regione. Quello che ne viene fuori, stando alle indagini, è che a Villa Zito in tanti facevano tappa per acquistare le dosi dallo chef Mario Di Ferro e spesso con le auto blu in dote all’ARS. La Procura, parallelamente all’inchiesta sul giro di droga, ha iniziato a indagare anche sull’utilizzo delle auto blu – giù due le auto fotografate a Villa Zito, tra cui quella dell’ex presidente Micciché (non indagato nella vicenda, ma frequentatore di Villa Zito), che seppur non rieletto nello scranno più alto di Sala d’Ercole, gode di questo privilegio – acquisendo, tramite la guardia di finanza, il regolamento sulle auto di servizio dell’ARS.

Ismaele La Vardera, fondatore e presidente dell’intergruppo parlamentare sul fenomeno del consumo di droghe negli adolescenti, spiega: “Quando proposi di fare il test antidroga ai deputati del Parlamento ancora non erano scoppiato questo scandalo, all’inizio in tanti mi derisero oggi mi dicono avevi ragione menomale che l’abbiamo fatto. Questa pagina – continua La Vardera – mi getta nello sconforto da uomo delle Istituzioni. Veder accostato il nome del mio Parlamento a quello della cocaina mi fa provare rabbia, tanta rabbia. Rabbia per quei giovani che ogni giorno lottano contro le dipendenza e che da quel Palazzo attendono leggi che possa aiutarli, penso alle famiglie che hanno perso i loro cari, penso alla credibilità della politica che oggi perde inevitabilmente ancora un altro punto. Io non mi fermerò e come fatto in tempi non sospetti con la creazione dell’Intergruppo contro le droghe porteremo avanti con i colleghi un disegno di legge contro le dipendenze”.

Sull’utilizzo delle auto blu, aggiunge: “Ho chiesto formalmente al presidente Galvagno di valutare la possibilità di eliminare l’utilizzo dell’auto blu con autista gli ex presidenti rieletti. La vicenda non fa altro che alimentare – soprattutto per l’uso deprecabile sotto il profilo morale, se confermata –  il divario tra i cittadini e alcuni inutili privilegi di taluni soggetti che hanno ricoperto un ruolo di rilievo, ma che è doveroso chiedersi se questi privilegi hanno motivo di sussistere. Il presidente Galvagno darebbe un grande segnale rinunciando ad una prerogativa che potrebbe, in futuro, spettargli”. 

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