Referendum costituzionale 29 marzo, le ragioni del NO

Pubblichiamo la lettera al direttore dell’avvocato Alessio Cerniglia, Presidente Aiga Novara

Nel silenzio più totale dei media, fra poco più di un mese saremo chiamati ad esprimerci sul taglio dei parlamentari, da 630 Deputati a 400, da 315 Senatori a 200.

Qualcuno pensa, cavalcando il più becero populismo, che l’efficienza della Democrazia risieda solo nel taglio dei costi (peraltro risibili se considerati sui valori totali del bilancio dello Stato) del funzionamento del Parlamento.

Nessun accenno al principio chiave della Democrazia: la rappresentanza.

Ovviamente chi è stato abituato a pensare che la democrazia sia solo un click fra due scelte, selezionate da un sito su cui non esiste sicurezza, nè trasparenza sulla gestione dei dati, non potrà comprendere l’importanza di continuare ad avere un rappresentante delle aree periferiche del nostro Paese. Magari di quella montagna, che con il nuovo sistema non troverà nessun spazio nè nella Camera, nè nel Senato.

I demagoghi, poi, confondono lo stipendio del parlamentare con il loro numero.
Per tagliare la spesa anche in misura maggiore rispetto a quella che si otterrà con la riduzione dei parlamentari, basterebbe solo contenere lo stipendio.

Da ultimo, non meno importante, sarebbe stata opportuna una battaglia per ridare piena voce agli elettori, permettendo loro di scegliere all’interno delle liste i candidati che preferivano, e non, forse, personaggi che vedevano nel Parlamento un ente previdenziale.

Occorre dunque, con urgenza, che si costituisca un comitato per il NO, che spieghi all’elettore come il Costituente intese affrontare il problema della rappresentanza, opponendo alla dilagante ignoranza, la cultura del diritto e della scienza politica.

Ps. Nella storia della Costituzione Repubblicana non è sempre stato quello attuale.

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