Perché LEGO? Perché secondo Pharrell Williams, quei mattoncini rappresentano la sua essenza creativa: assemblare, smontare e ricreare, pezzo per pezzo, non solo melodie ma anche identità. Se pensavi che i LEGO servissero solo a distruggere piedi durante le corse notturne verso il bagno, con Piece by Piece, il nostro poliedrico prodigio musicale trasforma quei piccoli mattoncini in uno strumento per costruire (letteralmente) il racconto della sua vita. Dall’infanzia da “bambino strano”, l’incontro con Chad Hugo e la formazione dei Neptunes, il successo con la band N.E.R.D., e il boom come produttore per superstar del calibro di Beyoncé, Jay-Z, e Justin Timberlake. Ah, e ovviamente, quella volta che ha composto Happy e il mondo ha smesso di prendersi sul serio per un attimo.
Non siamo davanti a un clone di The LEGO Movie. Non ci sono gag ogni cinque secondi, e il tono non è così slapstick. Il film ci porta nei luoghi che hanno plasmato Pharrell, da Virginia Beach, dove la segregazione economica e razziale era una realtà palpabile, ai palchi globali che hanno fatto di lui un’icona della creatività nera. La pellicola è un’allegoria del movimento hip-hop, nato dal campionamento, dal bricolage musicale, dall’arte di prendere frammenti e dar loro un nuovo significato.
Morgan Neville (Feet from Stardom) dirige una celebrazione sincera della creatività e della diversità che brilla per l’innovazione visiva e musicale. La narrazione, pur brillante, resta troppo superficiale quando si avventura in territori più complessi: le tensioni sociali, le difficoltà personali o persino la separazione temporanea dei Neptunes sono appena accennate. E Chad Hugo? Ridotto quasi a una figura silenziosa sullo sfondo, una scelta che non rende giustizia a una metà di uno dei duo più rivoluzionari nella storia della musica. Certo, ci sono momenti che emozionano (la sinestesia raccontata come esplosioni di luce e colore è pura magia visiva), ma il documentario rimane più un tributo patinato che un’indagine approfondita
Eppure, nonostante i difetti, Piece by Piece è un trionfo di stile e sostanza. È un promemoria di ciò che l’hip-hop ha sempre rappresentato: la capacità di creare bellezza dove c’è scarsità, di trasformare il dolore in arte e di vedere potenziale in ciò che il mondo considera scarto. L’hip-hop è sempre stato costruzione: di comunità, di identità, di resistenza. È nato dai blocchi, non solo metaforici ma fisici, di Bronx, Queens, Compton, dove i quartieri erano rovine e le persone edificavano cultura.