Perché Mosca non ha rispettato i patti con Kiev. Il memorandum di Budapest

Poco più di una settimana dall’inizio del conflitto in Ucraina, nel frattempo sui social e su altri media sono esplose le nuove Olimpiadi, ovvero “problema che c’è, tuttologo che trovi”. Non solo la fauna di Facebook, Twitter e Instagram è stata assunta a novella esperta di geopolitica, anche il cosiddetto mainstream dei talk show in tv ha fatto vivere rivisitazioni storiche ambigue e voli più pindarici che diplomatici.

SI, MA LA NATO ANCHE

Proviamo a sgomberare il campo e a fare chiarezza sull’escalation che ha portato alla guerra mossa da Putin all’Ucraina, una sequela di incontri e accordi che, sia dalla parte Nato che dalla parte russa, sono stati disattesi. Prima di iniziare è giusto fare qualche premessa, proprio per non incappare nei nodi delle scritture fatte in questi giorni di conflitto, sicuramente oneste intellettualmente ma molto di pancia, quindi riportiamo a mente il postulato per cui è controproducente e poco funzionale da parte di noi occidentali ergersi a modelli di etica. Seconda premessa: riportiamo il focus su questo conflitto senza allargare il campo fino a tutti gli scenari di guerra nel mondo dal secolo scorso a oggi.

ANNI ’90

La storia di questa tragedia parte dalla dissoluzione dell’Unione Sovietica, in un momento, quello dei primi anni Novanta, di grande fiducia e di grande dialogo. Tempi in cui più volte i leader politici occidentali, da Kohl a Bush Sr., si sbracciavano per promettere alla neo-ri-nata Russia il non allargamento verso Est dei confini della Nato in cambio dell’indipendenza dei paesi ex-sovietici, o comunque la fine della propria influenza sulle comunità del Patto di Varsavia.

Dai documenti desecretati al Pentagono nel 2017 si evince che le dichiarazioni erano molte serie e, addirittura, il Segretario di Stato americano Baker disse che l’Alleanza non si sarebbe estesa a Est “nemmeno di un pollice”. (Fonte: National Security Archive). Possiamo asserire che in 30 anni tanti scenari sono cambiati e quei leader hanno volgarmente mentito o quelli che li hanno succeduti non hanno mantenuto le parole date.

BUDAPEST ’94

Nel mare di notizie giornaliere di questo infausto fine inverno, cerco atti scritti e firmati di un possibile accordo. Non ve n’è traccia. Legalmente la Nato non ha dato alcuna sicurezza alla Russia sull’estensione. Bugiardi certamente, ma erano parole. Mi imbatto allora nel Memorandum di Budapest, che ritengo sia un punto centrale del diritto internazionale per cercare di entrare in questo abominio dalla parte della diplomazia più che della geopolitica o realgeopolitik.

Il Memorandum di Budapest viene siglato nella capitale ungherese nel 1994 dalla Federazione Russa, gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e la neonata Repubblica Ucraina. Alla porta e meno convinti erano rimaste Francia e Cina, che poi siglarono il foglio in un secondo momento. L’Ucraina aveva una gran parte di materiale nucleare (circa 1900 testate) appartenente all’Unione Sovietica che di diritto doveva tornare a Mosca, si impegnava anche alla non proliferazione delle armi nucleari, in cambio la Russia avrebbe rispettato l’indipendenza e la sovranità dell’Ucraina nei suoi “attuali” confini, in più in tutti modi non si doveva usare la forza verso il territorio di Kiev.

A tutela legale della Carta viene posta la Gran Bretagna.  Attenzione. E’ un memorandum non un trattato o un patto. Sono processi da mettere in atto. Non ha valore prettamente legale, ma è comunque impugnabile.

LA VERSIONE DI PUTIN

Già nel 2014, a fronte della invasione russa della Crimea, si era ripreso e citato il Memorandum, ma la risposta di Putin fu ineccepibile. In una sorta di propria narrazione il russo rispondeva che la Carta di Budapest era stata già stracciata dalla Nato, soprattutto da Gran Bretagna e U.S.A. nel 1999 dopo l’invio di truppe in Kosovo, nonostante la disapprovazione del Consiglio dell’O.N.U.

Putin ancora oggi ribadisce la stessa questione. Ammissibile se non fosse per il fatto che nel Memorandum di Budapest esiste una parte che non ha messo piede in Kosovo, ma che ha rispettato gli impegni del 1994, ovvero proprio l’Ucraina. Avrebbe quindi il diritto del Memorandum anche se seguissimo la mis-narrazione del presidente russo.

Ancora nel 2019 il Ministro degli Esteri russo Lavrov aveva assicurato che tutto si faceva nel rispetto del Memorandum di Budapest.

Dalle parti di Londra si sono chiesti anche se potessero fare qualcosa per appigliarsi allo scritto del ’94. Dalle parti di Washington stanno sfruttando il suicidio del leader russo che lo metterà al cospetto della Storia, quasi non servisse appellarsi a un documento di diritto. A Bruxelles cercano di capire come fare fronte alla mancanza energetica del gas. A Mosca si fanno proclami da Star Wars. A Kiev, tutto tace, il silenzio è assordante.

9 Commenti

  1. Esterrefatto per la leggerezza con cui si sorvoli sul “Memorandum di Budapest “ che fu,a suo tempo, siglato” e già disatteso per la Krimea!!! È una vergogna che questo non venga quotidianamente ricordato e sottolineato, mentre l’Ukraina viene ridotta all’impotenza da Putin!

  2. Gentile lettore. Il senso dell’articolo è proprio rievocare il Memorandum, tutt’altro che prenderlo alla leggera. Ho ricordato che giá era stato invocato nel 2014 per la guerra di Crimea e la risposta puerile data da Putin allora. Ho anche ricordato che è stato siglato a suo tempo, ma comunque non è un patto.
    Volevo sottolineare proprio che si parla poco dell’unico documento scritto e firmato dai due paesi che è stato disatteso.

    Grazie per avermi letto e grazie della critica, sempre ben accetta.

  3. Sarebbe giusto che tutti sapessero la verità a riguardo .. purtroppo c’è tanta ignoranza e sappiamo bene che questa la fa da padrona ..

  4. Perché i vari giornalisti impegnati quotidianamente nella narrazione della guerra Ucraina non ricordano con la giusta importanza il Memorandun di Budapest ? Per non dimenticare anche l’ accordo di Minsk……

  5. Ormai le cose sono andate molto avanti, ma non sarà male ricordare che del famoso discortso .”Alleanza non si sarebbe estesa a Est “nemmeno di un pollice” non esiste nalcuna documnentazione e pure la fonte coitata (National Security Archive) non ha mai prodotto alcuno scritto.
    Peraltro, qui si dimenticano due fatto inoppugnanbilei:
    1) Quell’affermazione vieneattribuita ad un funzionario USA, il quale non aveva alcuna facoltà di poronunciarsi a nome della NATO;
    2) il Memorandum di Budapest del 1994, pur non costituendo un Trattato con valore giuridico internazionale, è comunque un documento scritto, che Putin rifiuta di applicare con argomentazioni specciose.

  6. Alcune precisazioni:
    1) l’Ucraina aveva il controllo fisico delle testate nucleari nel suo territorio ma non il controllo operativo in quanto i codici di attivazione di tali testate era tenuto dai Russi e quindi l’Ucraina in ogni caso non poteva usare quelle testate
    2) il memorandum di Budapest non conteneva “Garanzie” ma solo “Assicurazioni”, inoltre parlava di confini sulla cui posizione ci si doveva ancora accordare, il memorandum non è stato poi ratificato cioè è rimasto un memorandum e non un accordo

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